La Nuova Sardegna

Un nuovo indagato per il sequestro di Titti Pinna: è "Fracassu"

di Gianni Bazzoni
Un nuovo indagato per il sequestro di Titti Pinna: è "Fracassu"

Giovanni Sanna di Macomer, già in carcere per rapina, era legato a Salvatore Atzas

25 ottobre 2014
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SASSARI. C’è un nuovo indagato per il sequestro dell’allevatore di Bonorva Titti Pinna. Si tratta di Giovanni Sanna “Fracassu”, 47 anni di Macomer, già in carcere a Bancali dal mese di luglio per la rapina (commessa insieme a tre complici) ai danni di Giuseppe Mura, titolare di una catena di supermercati a Sassari. L’uomo è già stato sentito in carcere dal pubblico ministero della procura distrettuale antimafia Gilberto Ganassi che gli ha contestato il sequestro di persona in concorso. L’indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Il nuovo tassello si inserisce nella fase dell’inchiesta-bis che - proprio ieri - ha visto il rinvio a giudizio da parte del giudice delle udienze preliminari del Tribunale di Cagliari Giovanni Massidda di Francesca Sanna, 54 anni di Macomer, sorella di Giovanni “Fracassu”. La donna (assistita dagli avvocati Antonello Spada e Rosaria Manconi) sarà processata con il rito abbreviato il prossimo 27 gennaio a Cagliari. Prescrizione, invece, per il vigile urbano di Bonorva Francesco Angius, 60 anni (difeso dall’avvocato Luigi Concas): la sua posizione, già ridimensionata dal concorso nel sequestro di persona al tentativo di estorsione nei confronti dei familiari di Titti Pinna, ieri è stata definitivamente archiviata dal gup per intervenuta prescrizione. Il giudice delle udienze preliminari ha rimodulato la contestazione nei confronti del vigile urbano che si era accordato per il patteggiamento a un anno e 10 mesi di reclusione, pena che doveva essere approvata dal gup. Invece è arrivato il proscioglimento per via della prescrizione.

Nell’udienza precedente erano stati disposti i rinvii a giudizio per Giovanni Maria “Mimmiu” Manca, 52 anni di Nuoro (difeso dall’avvocato Salvatore Asole) e per Antonio Faedda, 44 di Giave (il legale è Gian Marco Mura), entrambi accusati di sequestro di persona in concorso: verranno processati il 12 dicembre dalla corte d’assise di Sassari. Una decisione - quella del gup di Cagliari - che tiene conto di una recente modifica sulla competenza penale per reati di grave allarme sociale.

Dopo la definitiva uscita di scena del vigile urbano Francesco Angius, che era accusato di essersi fatto promotore di una iniziativa attraverso la quale chiedeva ai familiari dell’ostaggio quanto fossero disposti a pagare per la liberazione, la novità dell’ultima ora è rappresentata da un nuovo indagato per un sequestro che non finisce di proporre colpi di scena. Ora si tratta di vedere come verrà collocato Giovanni “Fracassu” Sanna in una inchiesta-bis che vede già tre persone rinviate a giudizio (due in corte d’assise e una da giudicare con rito abbreviato).

Non si tratta di un nome nuovo. Gli investigatori della squadra mobile, guidati dal dirigente Bibiana Pala, grazie a una intuizione investigativa, erano arrivati a lui come uno dei responsabili della rapina ai danni del commerciante sassarese Giuseppe Mura. Così a luglio era stato arrestato. Ma il suo nome era già dentro le indagini del sequestro di Titti Pina. Ricostruendo frequentazioni e amicizie, gli investigatori avevano definito il legame dell’indagato con Salvatore Atzas (già condannato a 30 anni, in via definitiva, per il sequestro dell’allevatore di Bonorva).

Giovanni Sanna sarebbe stato in così ottimi rapporti con Atzas, tanto da intervenire in qualche occasione per favorire riconciliazioni in famiglia. E Sanna - sempre secondo quanto risulta dagli accertamenti degli investigatori - aveva un solido rapporto di amicizia con “Mimmiu” Manca, che era stato anche suo capo cantiere. E da una serie di intercettazioni telefoniche tra “Mimmiu” Manca e Giovanni “Fracassu” Sanna, risulterebbero alcune situazioni mai chiarite, anche per la scarsa collaborazione da parte dell’indagato che ha sempre riferito «di non ricordare». In particolare, in un dialogo del mese di febbraio del 2006, Giovanni Sanna telefona a Giovanni Maria Manca e gli chiede di un favore (non meglio identificato) che dovrebbe fargli una persona (poi individuata dagli investigatori). E pochi giorni più tardi, quando Manca richiama Giovanni Sanna lo tranquillizza: «Guarda che... ha detto di passare».

Giovanni Sanna - secondo una ipotesi investigativa - avrebbe consegnato una busta che doveva essere recapitata. E quando si rende conto che la cosa non è avvenuta, si agita parecchio. Vicenda che avviene nel pieno del sequestro di Titti Pinna e con uno scenario di relazioni e frequentazioni che riportano agli altri condannati e indagati per il rapimento dell’allevatore di Bonorva. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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