La Nuova Sardegna

Le primarie del Pd, domani la sfida finale per la segreteria

di Alfredo Franchini
Le primarie del Pd, domani la sfida finale per la segreteria

Tre candidati per il dopo Silvio Lai: Soru, Angioni e Castangia Chiusa la campagna elettorale: urne aperte dalle 8 alle 20

25 ottobre 2014
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CAGLIARI. Mentre a Firenze si apriva la Leopolda 5, una direzione del partito in cui si parla del ruolo che dovrà avere il Pd, a Cagliari, Renato Soru, chiudeva la campagna elettorale per le primarie con una mega manifestazione alla Fiera. Domani è il giorno della verità per i Democratici, (si voterà dalle 8 alle 20), e ieri i tre candidati alla segreteria, (con Soru ci sono Ignazio Angioni e Thomas Castangia), hanno tenuto gli ultimi incontri. Angioni ha tenuto una convention nel porto di Cagliari e poi tre tappe in Gallura, a Tempio, Calangianus e Olbia. Castangia, dopo due giornate passate nel Nord dell’isola insieme a Civati, si è imbarcato sulla nave per Civitavecchia per partecipare allo sciopero generale di oggi organizzato a Roma dalla Cgil.

Si vota. Domani è un momento importante per il futuro politico dell’isola: «Il Pd sta chiamando tutti per cercare di far ripartire il partito e di interpretare le necessità della Sardegna», spiega Soru. Per la successione di Silvio Lai alla guida dei Democratici sardi, si sono candidati in tre: Ignazio Angioni, Thomas Castangia e Renato Soru. Tre visioni diverse sul futuro del partito.

Schieramenti. Soru, eurodeputato, è sostenuto da un’ampia maggioranza del partito i cui leader sono Antonello Cabras, presidente della Fondazione Banco di Sardegna, Paolo Fadda, ex sottosegretario alla Salute, e lo stesso Silvio Lai. Ignazio Angioni, senatore dal 2013, è sostenuto dai renziani della prima ora, da alcuni ex Ds, come l’ex capogruppo Giampaolo Diana, dal sottosegretario ai Beni culturali, Francesca Barracciu, dall’ex senatore Salvatore Ladu. Thomas Castangia, ingegnere, è sostenuto dall’area che nel partito fa capo a Pippo Civati e dal Movimento La Traversata.

Democratici.Angioni afferma di essersi candidato all’ultimo minuto «quando è stato chiaro che non ci sarebbe stata unità». In campagna elettorale, Angioni, ha lanciato uno slogan garbatamente malizioso nei confronti di Soru: «Sono uno che sa fare, ma senza fare tutto da solo». Un’accusa, quella dell’uomo solo al comando, che Soru confuta con il suo programma: «È finito il tempo dei tesseramenti, dei congressi, delle sezioni, credo che alcuni episodi, isolati ma importanti, (il congresso annullato a Nuoro, Ndr), ci hanno confermato che sono cose anacronistiche», afferma Soru. «A chiudere la campagna elettorale alla Fiera ho invitato un pastore, un allevatore, un lavoratore di Meridiana, ho voluto con me le persone che stanno nella società».

Meridiana.Nella convention di ieri alla Fiera è emersa una differenza con le posizioni della giunta Pigliaru sul caso Meridiana: «La Sardegna deve avere una compagnia aerea come Meridiana», ha detto Soru, «i low cost non possono sopperire».

Posizioni.Anche Angioni e Castangia vogliono un Pd diverso. Dice Angioni: «Il Pd non deve essere una piramide dove le decisioni vengono calate dall’alto ma una rete in cui i progetti nascono dal lavoro di molti». Castangia: «Il Pd deve tornare tra la gente, coinvolgerla. Deve sapere prendere posizione sui fatti della politica, cosa che negli ultimi mesi non è accaduta».

Via Emilia. Soru rottama il tesseramento e lo immagina tutto on line, 24 ore al giorno: «Oggi è il partito che deve andare nei luoghi della gente». Prima accadeva il contrario: «Vogliamo lasciare la sede storica di via Emilia», dice Soru, «è un luogo enorme, costoso, grande da vigilare e vuoto perché era stato concepito quando c’erano decine di persone che lavoravano per il partito».

Dal basso. Il nuovo è anche un ritorno al passato se si intende occuparsi delle cose reali, dei problemi della gente. «Non si può parlare al proprio ombelico», dice Castangia. Per Angioni è necessaria l’assemblea dei segretari di circolo e le «Assise del Pd sardo» da tenersi annualmente. Soru mette al centro i Circoli: «Vorrei ridare ai Circoli la missione di occuparsi del loro paese, di predisporre un progetto per la propria città». Per una programmazione che venga dal basso.

Renzi. Ma il Pd che nascerà dal voto di domani dovrà anche decidere che ruolo avere nei confronti del «Partito della nazione», propugnato da Renzi. Per Angioni «serve un partito diverso da com’è stato negli ultimi dieci anni e per questo serve una nuova classe dirigente». Castangia è drastico: «Il Pd deve affrontare la revisione del rapporto tra la Sardegna e lo Stato«. Per Soru il Pd sardo deve essere federato per mettere al centro di tutto i problemi dell’isola: «Renzi sta prendendo l’idea originaria del Pd, nato come partito a vocazione maggioritaria non per una classe ma per l’intera società. Un partito progressista e di sinistra che alla base abbia valori di uguaglianza».

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