La Nuova Sardegna

Ospedale, scoppia la polemica sui terreni

Ospedale, scoppia la polemica sui terreni

L’investimento da 1,2 miliardi appeso all’accordo sulle aree tra Qf e commissari. La politica litiga sulle possibili soluzioni

22 ottobre 2014
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OLBIA. Le lancette del San Raffaele girano velocissime. Il successo dell’operazione o il baratro sembrano essere determinati dai dettagli. Domani mattina intorno a un tavolo a Palazzo Chigi ci saranno il sottosegretario Graziano Del Rio e il Ceo della Qatar foundation Rashid Al Naimi. In teoria ci dovrebbe essere l’accordo finale, ma resta ancora il nodo dei terreni. In queste ore la cordata guidata da Qf continua a trattare con i commissari liquidatori, proprietari dei 60 ettari di terreni vicino all’ospedale, indispensabili per costruire le strutture intorno all’edificio. La Qf è pronta a investire 1,2 miliardi di euro nell’operazione San Raffaele. Però serve il via libera. Per acquistare i terreni la Qatar foundation ha messo sul piatto oltre 4 milioni di euro. Ma i commissari sembrano non voler accettare l’offerta.

Come sempre accade il contrasto dal pianeta economico si è spostato sui banchi della politica. L’assessore regionale alla Sanità Luigi Arru con una nota fa sapere che la Regione non può scendere in campo per fare pressioni all’interno di una controversia economica tra privati. «Chi parla di interventi risolutori da parte della Regione nei confronti dei curatori fallimentari – dice Arru –, per la cessione dei terreni dell’ex San Raffaele alla Qatar foundation, non conosce le norme di legge, precise in materia di competenze poteri e prerogative delle procedure fallimentari. La Giunta ha agito in tempi rapidissimi per dare una risposta certa contrariamente a quanto fatto per diversi anni dal precedente governo di centrodestra, ovvero nulla. Al contrario c’è una produzione datata al dicembre 2013 di mezza pagina, mai protocollata, su un generico impegno alla trattativa per il nuovo ospedale». A sollecitare l’intervento della Regione era stato il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni: «Il governatore e l’assessore non possono guardare in silenzio». Identico il tenore della replica dell’ex governatore Ugo Cappellacci ad Arru: «Questo comportamento pilatesco dell’assessore sembra il tentativo di mettere le mani avanti rispetto al danno che la Sardegna rischia di subire per manifesta incapacità. Non si spiega altrimenti la sua dichiarazione scomposta e irresponsabile a due giorni da un vertice decisivo. Delle due è l’una: o Arru non ha compreso il ruolo che gli è stato assegnato in Giunta, che non certo quello del burocrate, oppure volontariamente manda all’aria il progetto San Raffaele, che dà molto fastidio a un fronte della conservazione bene individuato o bene individuabile». E nella mischia entra anche il senatore Pd Silvio Lai. «Diventa preoccupante questo tentativo di attribuire alle istituzioni regionali la responsabilità di fare pressioni improprie nei confronti di chi ha compiti dettati dal codice civile – afferma Lai – Tra gli investitori internazionali e il governo c'è la massima sintonia, come da parte delle istituzioni regionali c'è stata una indiscussa rapidità nel gestire una partita così importante. Chiedere oggi pressioni su privati, banche o liquidatori, che sono guidati dalle regole del codice civile e da leggi nazionali diventa imbarazzante, per non dire che rasenti l'illegalità». (l.roj)

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