La Nuova Sardegna

Droga e armi: un arresto

di Luciano Onnis
Droga e armi: un arresto

In casa anche 2 giubbotti antiproiettile, forse legami con le rapine ai blindati

22 ottobre 2014
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VALLERMOSA. Dalla droga alle armi, ma anche due giubbotti antiproiettile che potrebbero avere molto da dire circa un loro possibile utilizzo avvenuto qualche mese fa. Ovvero il 21 marzo scorso quando sulla strada statale 131, fra Serrenti e Sanluri, nel tratto a corsia unica per i lavori in corso, ci fu l’assalto da parte di una banda di fuorilegge, sicuramente scafati professionisti in rapine pesanti, ai danni di un furgone portavalori della Vigilanza Sardegna, con un bottino di quasi 6 milioni di euro. Ieri mattina di buon’ora i carabinieri del comando provinciale di Cagliari, con la partecipazione degli uomini della compagnia di Iglesias e dello squadrone eliportato dei Cacciatori di Sardegna, hanno effettuato un blitz a Vallermosa, in località Case Sparse, andando a far visita all’agricoltore Lucifero Contu, di 36 anni, finito in manette per detenzione illegale di armi e munizioni e coltivazione e detenzione di droga. Un personaggio che, per dirla tutta, il giorno dopo l'assalto al blindato era stato controllato dalla polizia in relazione alla rapina. Nella “visita” di ieri mattina al giovane agricoltore (in verità solo poche piante di olivo nel suo terreno), i militari dell’Arma hanno trovato 50 grammi di marijuana e 27 piantine di cannabis già ben cresciute. Ma a dare corpo alla perquisizione e ad aprire scenari investigativi che potrebbero avere risvolti clamorosi, è stato il ritrovamento di due fucili, uno del tutto illegale (matricola abrasa e modficato) e un secondo che l’allevatore deteneva senza averne mai denunciato il possesso e avuta relativa autorizzazione, più un quantitativo di munizioni a corredo. La ciliegina della perquisizione sono però i due giubbotti anti-proiettile e altro materiale - su cui gli investigatori mantengono la massima riservatezza. Armi e materiale sequestrato adesso saranno attentamente analizzati per verificare collegamenti e analogie con la rapina. Al momento solo sospetti e ipotesi, o forse anche qualcosa di più. Di certo Lucifero Contu è stato assiduamente tenuto sott’occhio dagli investigatori, presumibilmente anche per le sue frequentazioni nel territorio fra Iglesiente e Campidano, dove è ben radicata la colonia barbaricina che – come risulta a carabinieri e altre forze di polizia, ma anche nelle sentenze del tribunale - ha al suo interno personaggi abbastanza noti della malavita, soprattutto di quella specializzata in rapine a banche, uffici postali e portavalori. Lucifero Contu non è mai stato coinvolto direttamente in questi fatti criminosi, ma gli investigatori delle varie forze di polizia fiutano attorno a lui qualcosa di sospetto. Il fatto che il giorno dopo la rapina al portavalori la polizia abbia pensato di controllare Contu, potrebbe dirla lunga. E potrebbe ricollegarsi alla notte dell’11 marzo scorso - quando una pattuglia della polizia intercettò sulla statale 293, vicino Vallermosa, un’Audi A6 e un Fiat Fiorino sospetti. Ci fu un inseguimento, al termine del quale la berlina riuscì a dileguarsi, mentre il furgoncino fu abbandonato dai fuggiaschi, che riuscirono a far perdere le proprie tracce nel buio della notte e della campagna. Dieci giorni dopo la rapina di Serrenti: i fuorilegge utilizzarono, oltre a un furgoncino Fiat Strada, una Audi A6, rubata sette anni prima a Olbia. Era la stessa di Vallermosa sfuggita alla polizia?

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