La Nuova Sardegna

San Raffaele, il Qatar minaccia l’addio

San Raffaele, il Qatar minaccia l’addio

La fondazione al governo: «Diteci entro il 23 ottobre se il sito è disponibile». Ad alto rischio l’investimento da 1,2 miliardi

17 ottobre 2014
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CAGLIARI. Una settimana ancora di tempo, oppure «il nostro sarà un addio definitivo agli investimenti in Italia», San Raffaele compreso. È il testo, quasi letterale, dell’ultimatum lanciato dalla Qatar Foundation al governo e alla Regione. Ha perso la pazienza: sono troppi gli impicci burocratici, a cominciare dalla trattativa con le banche i curatori fallimentari, oggi più che mai pretende una risposta secca e definitiva. La vuole entro il 23 ottobre, giorno in cui l’amministratore delegato della fondazione, Rashid Al Naimi, sarà a Palazzo Chigi per incontrare il sottosegretario della presidenza del Consiglio, Graziano Delrio. Se quel pomeriggio, «non potrete garantirci che avremo la disponibilità del sito in tempi certi», sarà lo stesso Al Naimi a comunicare «immediatamente al governo la chiusura definitiva del progetto di Olbia e il nostro abbandono dell’Italia come territorio in cui investire». Il passo è clamoroso: a deciderlo il consiglio d’amministrazione della Qatar Foundation in una riunione urgente che – secondo alcune indiscrezioni – sarebbe stata convocata ieri. Subito dopo e attraverso canali riservati la presa di posizione è stata comunicata al sottosegretario Delrio e al presidente della Regione, Francesco Pigliaru. Cosa accadrà da oggi in poi è nelle mani della diplomazia, ma è molto difficile che i qatarini siano disposti a cambiare idea dopo aver capito che «acquisire l’ex San Raffaele è e resta molto difficile». A questo punto, il progetto del nuovo ospedale e l’investimento da un miliardo e 200 milioni è ad alto rischio: rischia di naufragare nella confusione e nell’incertezza.

Il nodo. È sempre lo stesso: il trasferimento della proprietà del “casermone bianco” dalla curatela fallimentare dell’ex impero di Don Verzè, la Monte Tabor, alla “Olbia investement project”, società di gestione costituita dalla Qatar Foundation e dall’ospedale Bambin Gesù di Roma. Ma intorno a quel tavolo ci sono anche le banche e in particolare la Sardaleasing , che vanta un credito importante nei confronti della Monte Tabor. L’accordo a tre sembrava chiuso dopo l’ultimo offerta qatarina: circa 35 milioni. Poi qualcosa dev’essere accaduta d’improvviso e la trattativa è ritornata in alto mare. A quel punto, sempre nella riunione del consiglio d’amministrazione, c’è stato l’ultimo rilancio della fondazione: altri 700mila euro. Oltre «non è possibile andare» sia perché il valore del mastodontico rustico sarebbe altrimenti fuori mercato, sia perché «i costi di ristrutturazione diventerebbero insostenibili». Stando così la situazione, sembrerebbe di capire che la fondazione non avrebbe più intenzione di seguire un’eventuale “piano B”, e cioè trattare con il Comune l’acquisizione di eventuali aree alternative su cui costruire ex novo l’ospedale. È per questo motivo che la decisione del consiglio d’amministrazione della Qf ha proprio i toni estremi dell’ultimatum.

Le reazioni. Molto preoccupate quelle dell’ex presidente della Regione, Ugo Cappellacci di Forza Italia, il primo a trattare con i qatarini il San Raffaele. «Basta con inutili perdite di tempo. La giunta si impegni subito per il rispetto dell’accordo. Abbiamo lavorato per oltre tre anni a questo progetto che ora rischia di svanire a causa di un atteggiamento immobilista e pressapochista. Con il risultato nei confronti di un investimento fondamentale per la Gallura e tutta l’isola. Non vorremmo che questo lassismo dimostrato finora si trasformi in un assist a quel fronte trasversale che ha provato a boicottare l’apertura dell’ospedale e che ora confida in un’eutanasia burocratica». A prendere posizione è stato anche il presidente della Regione, Francesco Pigliaru: «Siamo a conoscenza delle preoccupazioni degli investitori. Ma siamo pronti a difendere con forza questo progetto importantissimo e chiederemo che la procedura in corso si concluda in tempi rapidissimi, così come sono stati i tempi di risposta della Regione alla Qatar Foundation». Dall’oggi al domani, i tempi però si sono fatti ancora più stretti: sette giorni al massimo. Per il presidente della commissione Sanità della Camera Pierpaolo Vargiu (Riformatori), «tanto tuonò che piovve. Dopo le lungaggini nelle trattative per l’acquisto dello stabile, solo l’intervento del premier Renzi potrà salvare l’investimento della Qatar Foundation sull’ex San Raffaele. Il governo metta la faccia fino in fondo sul progetto». (ua)

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