La Nuova Sardegna

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Aiuti di Stato alle imprese del Sulcis, ricorsi respinti

PORTOVESME. Su industrie energivore e aiuti di Stato il Tribunale della Ue ha respinto i ricorsi di tre aziende del polo metallurgico del Sulcis: Eurallumina, Alcoa e Portovesme Srl. Le società...

17 ottobre 2014
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PORTOVESME. Su industrie energivore e aiuti di Stato il Tribunale della Ue ha respinto i ricorsi di tre aziende del polo metallurgico del Sulcis: Eurallumina, Alcoa e Portovesme Srl. Le società dovranno restituire i soldi dei benefici ottenuti sulle tariffe. Agevolazioni relative al 2009 per Alcoa e al 2011 per Portovesme Srl ed Eurallumina. Quest’ultima ha già pagato allo Stato 32 milioni. Alcoa ne ha versati 250. La Portovesme Srl quasi 17. Nonostante tutto l’Alcoa ha fatto sapere che sta continuando a esaminare la sentenza, che non avrà effetti sul capitale dell’azienda. La Portovesme srl, tramite i legali, sta predisponendo le carte per un ulteriore ricorso.

Chi ha concesso gli “aiuti di Stato” è il governo. «Le aziende, spiega Fabio Enne, segretario regionale Cisl, hanno beneficiato di quelle agevolazioni in virtù di provvedimenti nazionali». E allora chisa: «Si sanziona un'azienda che agisce seguendo un percorso tracciato dal Governo». Franco Bardi, della Camera del Lavoro Cgil sottolinea: «Siamo preoccupati, soprattutto perché questa comunicazione arriva in un momento determinante per il settore industriale del nostro territorio». Guglielmo Gambardella coordinatore del settore siderurgico della Uil nazionale chiede un incontro a Roma all’Alcoa e dice: «È una sentenza che ci lascia perplessi». Una parte dei benefici che lo Stato ha riavuto indietro dalle aziende energivore, in particolare la sanzione di 250 milioni di Alcoa, è stata utilizzata per la Zona franca urbana del Sulcis. «Si tratta di 124 milioni, per esenzioni fiscali – precisa il deputato del Pd Francesco Sanna – Sono destinati all’azione di sviluppo locale; un’ impostazione coraggiosa dei fondi che si è deciso di utilizzare per una politica di rilancio del territorio in grave difficoltà economica e sociale». (Tamara Peddis)

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