La Nuova Sardegna

Torrenti ostruiti rischio alluvione

di Giampiero Cocco
Torrenti ostruiti rischio alluvione

Gallura, paurosi risultati del monitoraggio sui corsi d’acqua Allertati tutti i centri della provincia: «Più controlli sui fiumi»

16 ottobre 2014
3 MINUTI DI LETTURA





OLBIA. La mappa nera dei «punti critici» nel sistema idrogeologico della Gallura è stata predisposta e completata, pochi giorni fa, dal corpo forestale e di vigilanza ambientale. Il risultato di dieci mesi di intenso lavoro di controllo e monitoraggio su tutti i corsi d’acqua del nord Sardegna ha fatto “emergere” centinaia di ostruzioni di ogni genere lungo fiumi, torrenti e rigagnoli: una raggelante ragnatela di ostruzioni che porterebbe, in caso di pioggia intensa, a gravissime esondazioni. I ranger del corpo forestale hanno scoperto di tutto, nel percorrere il letto dei fiumi galluresi. Da un ponte in calcestruzzo di 58 metri di lunghezza sconosciuto all’amministrazione comunale di Olbia, alla provincia e al Genio civile (l’inchiesta è appena agli inizi) a sottopassi lungo la provinciale di Pittulongu che non risultano censiti in nessun registro pubblico. E poi sbarramenti in filo spinato che corrono lungo il corso dei fiumi, incerte passerelle ricavate con tronchi d’albero che ostacolano il normale defluire delle acque, la vegetazione che ha ricoperto il letto di decine di rigagnoli che, dalle alture di Santa Mariedda a Monte Plebi, scorrono verso la piana di Olbia, passano per Raica e Putzolu e formano gli affluenti dei canali di scolmamento che attraversano la città di Olbia. Che non è la sola ad essere a rischio di esondazione, tanto che le lettere di allerta per ripristinare i regolari corsi d’acqua sono state spedite a tutti i centri della ex provincia di Olbia–Tempio, compresi Berchidda e Oschiri che fanno parte della Provincia di Sassari.

L’unico ente che ha risposto è la ex Provincia gallurese, che ha fatto sapere alla forestale, al genio civile, all’Adis (l’agenzia del distretto idrogeologico della Regione Sardegna, l’autorità che sovrintende ogni operazione a tutela e difesa del suolo pubblico) che non può intervenire per mancanza di fondi.

Il lunghissimo elenco dei punti critici, tenuti sotto monitoraggio dagli agenti in servizio nelle dieci stazioni del corpo forestale che fanno capo all’ispettorato di Tempio, diretto da Giancarlo Muntoni, sono disseminati dall’isola della Maddalena, dove il tombamento del rio Chiusedda potrebbe portare ad esondazione, a Olbia, dove le ostruzioni riguardano i rii Sa Fossa, Padrongianus, Bados e San Giovanni, a Loiri Porto San Paolo, dove sono sotto osservazione alcuni punti del Rio La Castagna. L’area di Limbara è monitorata per criticità rilevate nei fiumi Parapinta e Paggiolu, mentre a rischio esondazione ci sono centri abitati come Monti, per il Rio Ciccheddu, Tula, per l’omonimo corso d’acqua che l’attraversa, le campagne di Oschiri di Bade Elighe e Badu Ulinu, per il Rio Mannu, e Poi Viddalba, Badesi, Santa Teresa, Palau, Bassacutena. A rischio frana restano diversi paesi, come Aggius (Puzzu Canu), Bortigiadas e Monti, mentre Telti potrebbe avere grossi problemi per l’esondazione del Rio Zirulia.

Le ostruzioni sono di ogni genere, e quasi tutte artificiali, ovvero predisposte dall’uomo con fil di ferro, reti, passerelle e sbarramenti.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
L’intervista in tv

Alessandra Todde: «L’Italia non è il paese della felicità che racconta la premier Giorgia Meloni»

Le nostre iniziative