La Nuova Sardegna

Qf: in settimana la scelta dei terreni per l’ospedale

di Luca Rojch
Qf: in settimana la scelta dei terreni per l’ospedale

Lucio Rispo (Qatar): addio al vecchio edificio, le banche non trovano l’accordo Il primo marzo 2015 noi apriremo un centro internazionale a Olbia

15 ottobre 2014
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OLBIA. L’impossibile è diventato reale. L’ospedale nascerà, ma lontano dallo scatolone bianco alle porte della città. L’addio all’ex San Raffaele è a un passo. La conferma arriva dai vertici della cordata che doveva rilevare la struttura.

Il piano B. Abbandona la diplomatica cautela che in questi mesi è stato un po’ il suo marchio di fabbrica. Lucio Rispo, numero uno della Qatar foundation endowment, con una manciata di parole abbatte palazzi e innalza speranze. «Il piano b? È già in atto – afferma –. Il palazzo alle porte di Olbia è di proprietà delle banche. Non sembrano pronte a volerlo vendere e non trovano l’accordo con i commissari liquidatori che gestiscono i beni del crack del San Raffaele. La nostra offerta l’abbiamo fatta, ma non c’è più tempo. Abbiamo capito che non hanno deciso e probabilmente non lo faranno mai. Noi abbiamo già disposto l’acquisto delle prime apparecchiature medico-scientifiche per aprire».

Le prime assunzioni. E che il Qf sia passato al piano B lo dimostra anche il fatto che stanno per partire le prime assunzioni del personale indispensabile per far partire i primi reparti super specializzati. «Presto sarà creata una piattaforma pubblica attraverso cui tutte le persone che vogliono lavorare per noi potranno inviare i loro curriculum. Da là noi selezioneremo le figure che ci servono. Il nostro tentativo sarà assumere sardi. Dobbiamo rispettare un impegno. Noi il primo marzo 2015 apriremo il nuovo centro. Quasi sicuramente non sarà nell'edificio bianco alle porte di Olbia. E questo non per nostra scelta».

L’ospedale diffuso. Dato quasi per certo l’addio alla struttura all’ingresso di Olbia il Qf porta avanti il piano alternativo. Ma il centro non perde l’importanza internazionale. Rispo lancia l'ospedale diffuso. Una struttura per ora sparsa a macchia di leopardo in alcuni edifici di Olbia messi a disposizione dal Comune e dall'Asl. «Siamo già certi che saranno creati due centri di eccellenza internazionali che da Olbia saranno in contatto con tutta la rete di centri della Qatar foundation sparsi per il mondo. Partiremo con il centro di pediatria e con quello di terapia, prevenzione e ricerca sul cancro al seno. Poi uno dopo l'altro saranno attivati tutti gli altri. Per noi l'importante è dare subito il segno. Far capire che la struttura parte il primo marzo 2015. Forse in questi mesi abbiamo dato troppa importanza al building (edificio). È solo un palazzo. Certo se avessimo capito dall'inizio che i tempi sarebbero stati tanto lunghi avremmo fatto altre scelte».

La scelta del terreno. Ma la Qf non ha abbandonato la scelta di fare un suo ospedale. La prossima settimana i vertici della Qatar foundation si riuniranno in Italia e decideranno qual è l'area migliore tra quelle messe a disposizione dal Comune per far sorgere il nuovo super ospedale. «Sarà il board a decidere – continua Rispo –. Io mi limiterò a presentare le diverse opzioni». Il manager parla già come se l'opzione dell'edificio costruito da don Verzè non esistesse più. «Noi andiamo già avanti con questa soluzione – conclude –. Banche e commissari hanno una manciata di giorni per prendere una soluzione. Poi per noi la loro scelta sarà ininfluente». ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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