La Nuova Sardegna

Vivere sotto scorta Il lavoro del cronista

di Anna Sanna
Vivere sotto scorta Il lavoro del cronista

Domenica si è chiuso il festival letterario “Florinas in giallo”. Tra i protagonisti, De Cataldo, Mannironi e Capacchione

14 ottobre 2014
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FLORINAS. Il crimine raccontato sulle pagine dei libri, le parole di giornalisti e magistrati che hanno vissuto in presa diretta i fatti di cronaca, importanti spazi di riflessione sulla legalità e la lotta alle mafie con testimonianze forti e vere come quelle di Caterina Chinnici, figlia del giudice Rocco ucciso a Palermo nel 1983, e Rosaria Capacchione, giornalista del Mattino che oggi vive sotto scorta per le minacce ricevute dalla camorra. Tutto questo è stato “Florinas in Giallo”, che anche in questa quinta edizione ha voluto affiancare alla passione per la letteratura gialla l’approfondimento su quanto ruota attorno alla cronaca. Il festival - organizzato dal Comune di Florinas con la direzione artistica del Collettivo Giallo Acido e il supporto logistico delle Ragazze terribili - si è concluso domenica dopo tre giorni di intensi contenuti premiati con un grande riscontro di pubblico. Tra gli ospiti di questa edizione anche Giancarlo De Cataldo, scrittore e magistrato autore di “Romanzo criminale”, che sabato insieme al direttore della Nuova Sardegna Andrea Filippi ha parlato dei suoi lavori letterari e delle ombre dell’Italia di oggi. Domenica, per la terza e ultima serata, si sono alternati sul palco di Florinas il giornalista della Nuova Sardegna Piero Mannironi, gli scrittori Gaetano Savatteri e Giuseppe Rizzo, il produttore e sceneggiatore Gianluca Arcopinto e la giornalista Rosaria Capacchione.

Piero Mannironi, intervistato da Flavio Soriga, ha ripercorso alcuni dei momenti cruciali della storia dei sequestri in Sardegna.

Autore di inchieste su misteri ancora irrisolti come il Caso Volpe e l’affondamento del cargo russo Komsomolets Kalmykii nelle acque di Capo Carbonara, è stato inviato in molte zone dell’isola. La sua carriera giornalistica è iniziata nel 1974 e nel 1987 è diventato capo della redazione nuorese della “Nuova Sardegna” in un clima difficile per raccontare la città. Anni in cui si sequestrava di continuo, segnati da atti di grande ferocia e violenza, da banditi come Annino Mele e Matteo Boe. Il coraggio di fare il proprio lavoro è stato al centro della testimonianza di Rosaria Capacchione. Intervistata da Lalla Careddu, la giornalista ha raccontato le sue inchieste sul clan dei casalesi come redattrice del “Mattino” a Caserta. I suoi articoli le sono costati pesanti minacce e una vita sotto scorta.

Le vele di Scampia e i loro abitanti sono stati invece i protagonisti dei corti realizzati nei laboratori di cinema tenuti da Gianluca Arcopinto, produttore e sceneggiatore. Gaetano Savatteri e Giuseppe Rizzo hanno parlato di letteratura e Sicilia, “una terra ad alta densità mafiosa ma anche letteraria”, passando con ironia da Sciascia a Camilleri.

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