La Nuova Sardegna

Siglato il patto sul taglio delle Asl: subito i nuovi commissari

di Umberto Aime
Siglato il patto sul taglio delle Asl: subito i nuovi commissari

Regione, c’è l’accordo in maggioranza: la riforma entro la fine dell’anno

14 ottobre 2014
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CAGLIARI. Il centrosinistra ha un suo nuovo patto ed è sulle Asl. È stato firmato e sottoscritto da tutti gli undici partiti della maggioranza, di nuovo compatti, prima della conclusione del vertice (o chiarimento?) del lunedì, in Consiglio regionale.

La sintesi dell’accordo è questa: fra due settimane quando in aula comincerà il dibattito, sarà l’assessore alla sanità a presentare due emendamenti alla proposta di legge del Pd approvata in commissione. Il primo: le Aziende sanitarie saranno commissariate subito – ai primi di novembre – perché «non è più possibile che il sistema sia nelle mani dei manager nominati dal centrodestra».

Secondo emendamento che in molti hanno subito promosso a “clausola di garanzia”: sarà la Giunta a presentare, entro la fine dell’anno, una vera e propria riforma in cui «dovrà essere prevista una significativa riduzione delle Aziende sanitarie».

È bastato questo impegno formale a convincere anche i partiti ribelli, Centro Democratico e Partito dei sardi che finora si erano astenuti, a dire: «È un buon punto di partenza condiviso su cui possiamo ragionare», e dal 21 ottobre in poi (quel giorno dovrebbe cominciare il dibattito in aula) anche votare a favore.

Nel frattempo saranno aperte l’Azienda per il coordinamento regionale delle emergenze e del 118, sigla Areu, la Centrale unica che si occuperà di appalti e acquisti con l’obiettivo di ridurre i «costi ora fuori controllo» e infine sarà dato un nuovo ruolo ai piccoli ospedali, diventeranno «ospedali di comunità», altra novità della legge. Legge, a questo punto, sicura di essere approvata, nonostante il centrodestra proverà in ogni modo a rallentare la marcia della maggioranza.

Il numero delle Asl. Il vero punto critico del percorso pare tracciato è proprio questo: ora le Aziende sono otto, più i due policlinici di Sassari e Cagliari e il Brotzu, a quanto scenderanno? Perché la riduzione è scontata, come ha detto l’assessore alla Sanità, Luigi Arru, nel presentare in anteprima alla maggioranza un primo studio di riordino del sistema, sono una cinquantina di pagine e altrettante diapositive. I numeri possibili delle Asl 2.0 potrebbero essere questi: quattro, cinque o sei, più sempre i policlinici e il Brotzu ma forse destinato ad amministrare anche l’Oncologico e il Microcitemico. Ma il numero dipenderà soprattutto da come prima sarà ridisegnata la mappa degli Enti locali, a cominciare dai confini dei futuri distretti amministrativi che come numero e territorio dovrebbero essere uguali alle Aziende sanitarie ex novo. Le due riforme – è stato uno degli altri punti raggiunti nel vertice – dovranno camminare di pari passo.

Il clima. Quello del vertice è stato buono, nonostante le previsioni annunciassero burrasca. Invece nelle due ore abbandonanti di faccia a faccia non ci sarebbero state frizioni. Lo ha confermato il presidente Pigliaru prima di infilarsi in una seduta volante della Giunta: «Non c’è ancora un numero perfetto, ma sin da ora sappiamo che le Asl diminuiranno». Posizione condivisa anche dal presidente del Consiglio Gianfranco Ganau: «Ma è importante far capire alla gente che la riorganizzazione amministrativa non porterà a una diminuzione dei servizi in periferia, ma anzi migliorerà la qualità e sarà anche molto più capillare». È questo il vero messaggio che la maggioranza vuole far passare sin da subito, per evitare che poi «in un attimo» si scatenino «ingovernabili guerre di campanile». Nessuno vuole correre questo rischio, e l’hanno confermato insieme il presidente della commissione Sanità, Raimondo Perra, e il capogruppo del Pd, Pietro Cocco: «La sanità così è un disastro, e la maggioranza ha il dovere di fermare in fretta il disavanzo in crescita». Sulla necessità della sterzata l’accordo è stato completo, anche se Sel ha chiesto tempo per discutere «il problema all’interno del gruppo». Ma il vero passo in avanti è stato fatto dagli ormai ex ribelli del Centro Democratico («Ora possiamo votare la legge») e dal Partito dei sardi con un eloquente: «Finalmente abbiamo trovato la direzione giusta».

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