La Nuova Sardegna

Il sedicenne si difende: «Sono stato minacciato»

di Kety Sanna
Il sedicenne si difende: «Sono stato minacciato»

Il minorenne fermato ammette le responsabilità: «Erano in 5, ho avuto paura» Migliorano le condizioni del ventenne ricoverato all’ospedale San Francesco

14 ottobre 2014
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NUORO. «Mi sono difeso. Sono stato circondato e minacciato da cinque ragazzi più grandi di me e ho avuto paura».

Dà una diversa versione dei fatti il ragazzo minorenne di Nuoro che sabato notte si è reso responsabile del tentato omicidio di Luca Ganga, il ventenne ancora ricoverato nel reparto di Chirurgia del San Francesco in prognosi riservata, nonostante le sue condizioni siano migliorate.

Il sedicenne che da domenica è ospite del centro di prima accoglienza di Sassari, stamattina, in presenza del suo legale, l’avvocato Annamaria Musio, si sottoporrà all’udienza di convalida e all’interrogatorio di garanzia davanti al gip.

«Non ho ancora avuto modo di vederlo – dice il legale del giovane – ma da subito si è mostrato collaborativo. Ha raccontato la sua “verità” che non collima con quella degli inquirenti, perciò occorrerà attendere ulteriori sviluppi. Intanto – aggiunge Musio – ha indicato il luogo in cui ha lanciato il coltello durante la fuga».

All’1,30 di sabato notte, in piazza Veneto due gruppi di giovani si affrontano a pochi metri da un circolo privato dove, stando alle indagini svolte dagli uomini della sezione omicidi della Squadra Mobile e i colleghi delle Volanti, coordinati dal vice questore aggiunto Fabrizio Mustaro, facevano la fila per entrare.

Un semplice saluto del ventenne avrebbe scatenato l’ira del minore che, stando alla ricostruzione fatta dagli investigatori, si sarebbe scagliato contro il suo avversario impugnando un coltello e ferendolo a più riprese, al torace e all’addome.

Ma l’indagato che non nega di aver accoltellato il giovane, motiva però il suo gesto sottolineando di «aver agito per legittima difesa, impaurito perché circondato e minacciato».

Versioni diverse che in ogni caso non tolgono nulla alla gravità di questa brutta storia che solo per un caso non si è trasformata in tragedia.

E a due giorni dall’aggressione anche la titolare del circolo bar Shark allontana la vicenda dal luogo in cui è stata originariamente collocata dalla polizia. «Il fatto non è accaduto davanti al mio locale – sottolinea – ma a una distanza dieci metri. Tant’è che noi non ci siamo accorti di nulla. Il ragazzo più giovane non è possibile che volesse entrare nel circolo perché a loro è vietato. Facciamo dei controlli, abbiamo un buttafuori alla porta e tutti ormai lo sanno».

Eppure, nonostante la centralità della piazza, sabato notte solo in pochi si rendono conto di quanto sta accadendo. C’è un ragazzo di vent’anni a terra, ferito e sanguinante che urla dal dolore e gli amici che gli portano i primi soccorsi in attesa che arrivi l'ambulanza. Eppure tutti dormono o pensano che quello di fuori sia il solito vociare.

Arrivano i lampeggianti del 118 e neppure allora nessuno si accorge che in quell'angolo di città sta succedendo qualcosa di grave. E mentre il feritore scappa aiutato dal buio e dalla complicità dei suoi amici, Luca Ganga viene trasportato in ospedale e operato d'urgenza. Tutto in una notte.

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