La Nuova Sardegna

Pigliaru: Sardegna più centrale a Bruxelles

Il governatore spiega quali sono le priorità e i principali ostacoli allo sviluppo economico

07 ottobre 2014
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CAGLIARI. La prima missione esplorativa a Bruxelles è andata bene, a sostenerlo è il presidente della Regione, Francesco Pigliaru. Che poco prima di una giornata molto intesa, aveva in agenda incontri con ambasciatori e commissari europei fino all’insediamento del Comitato delle Regioni, dirà all’Ansa: «Stiamo prendendo le misure con l’Europa e credo che a Bruxelles dobbiamo essere molto più organizzati, avere una rappresentanza molto più attiva e collegata a quello che facciamo. Anche qui abbiamo bisogno di mettere più testa ed energia». A questo punto la sintesi del pensiero europeo di Pigliaru potrebbe essere questa: più Sardegna in Europa, o comunque almeno più Sardegna a Bruxelles, perché è in questi uffici che l’Unione fa e dispone su ogni tipo di finanziamento, oppure fa e decide quando indaga su quelli che da sempre sono un incubo per tutte le Regioni: i pericolosi aiuti di Stato, impossibili per l’Unione Europea perché alterano la libera concorrenza.

Insularità. Con il commissario europeo per l’industria, Ferdinando Nelli Feroci, Pigliaru ha parlato proprio di quanto troppo spesso Bruxelles sia intransigente con la Sardegna. «In questo incontro – è la dichiarazione del governatore – sono state valutate quali sono le possibilità per sostenere le imprese sarde e aiutarle a recuperare competitività ad esempio con il vantaggio di costi energetici più bassi». La richiesta dunque è questa: l’Europa dovrebbe (o deve?) tener sempre conto dello «stato d’insularità» quando tratta i dossier che riguardano la Sardegna. Invece non sempre è così e, come ha detto il governatore, «a Bruxelles non possono dimenticarsi che la nostra isola purtroppo è ancora ai margini se non sganciata dai cosiddetti network economici virtuosi, gli unici in grado di produrre sviluppo e lavoro. Serve – ha continuato Pigliaru – «un’operazione di pressing sull’Europa, perché ci sia una compensazione dei costi maggiori che gravano sulle spalle dei sardi proprio a causa dell’insularità». Argomento ripreso da Pigliaru anche nell’incontro con l’ambasciatore italiano nel palazzo dell’Unione Europea e poi rilanciato dall’opposizione, con un documento firmato dai consiglieri di Forza Italia: «Non possiamo essere timidi, la rivendicazione deve essere più decisiva».

Europa delle regioni. È stato questo il secondo argomento forte della missione a Bruxelles. Subito dopo l’insediamento del Comitato delle Regioni, l’evento aveva come sottotitolo un significativo «Crescere insieme», Pigliaru ha detto: «Per noi è fondamentale che l’isola si faccia sentire in questo organismo dove regioni e città capiscono come mettere in pratica le direttive su come ad esempio vanno investiti i fondi europei». La spesa è un altro punto dolente dei rapporti fra la Sardegna e Bruxelles, ma fra richieste ed esplorazioni questa volta presentarsi in Europa potrebbe presto diventare una delle mosse vincenti per uscire dalla crisi. (ua)

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