La Nuova Sardegna

Miliardi di euro promessi: Pigliaru batte cassa a Bruxelles

di Umberto Aime
Miliardi di euro promessi: Pigliaru batte cassa a Bruxelles

Il governatore della Sardegna in missione con l’assessore Raffaele Paci. Devono difendere le risorse stanziate dall’Ue per il programma 2015-2020

06 ottobre 2014
3 MINUTI DI LETTURA





CAGLIARI. Doppia missione oggi a Bruxelles per la Giunta. Se il presidente Francesco Pigliaru è atteso da almeno incontri istituzionali, a pensare alla cassa sarà l’assessore al Bilancio, Raffaele Paci. Il vicepresidente dovrà dimostrare che la Sardegna ha un bel po’ di idee concrete per spendere, entro l’anno prossimo, quanto è rimasto dal programma 2007-2013, 450 milioni. Poi dovrà strappare alla Direzione generale la certezza che fra pochi mesi e fino al 2020 da Bruxelles arriveranno gli annunciati 5 miliardi di fondi europei. Finanziamenti di cui la Sardegna ha assoluto bisogno per uscire dalla crisi, anche se poi c’è ancora molto da fare per farli fruttare e trasformarli in quello che serve più di tutto: lavoro. Il residuo. Quello della Sardegna è di 450 milioni ed è l’avanzo del programma 2007-2013. In una delle ultime sedute della Giunta, Paci ha detto che «sarebbe un errore imperdonabile perdere anche un solo euro», e per questo «la spesa è stata rimodulata (leggi cambio di progetti) per permettere ai Comuni di spenderli».

Paci è sicuro che la Sardegna metterà a correre il quasi mezzo miliardo e «recupererà i ritardi che ci sono stati in passato». A questa dichiarazione ha replicato il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Pietro Pittalis: «Altro che ritardi, con il centrodestra la Sardegna si è qualificata al terzo posto in Italia per capacità di spesa dei fondi». E subito dopo ha affondato: «Invitiamo l'assessore a evitare questi stucchevoli narcisismi per risultati che non ha raggiunto e provi invece a eguagliare quelli ottenuti dal centrodestra». Scintille che ci sono e continueranno a esserci quando si parla di finanziamenti europei.

L’annuncio. Almeno sulla carta, i fondi in arrivo almeno sulla carta, sono appena al di sotto di questa asticella: 5 miliardi. Il dettaglio fa sapere che un miliardo e 800 milioni dovrebbe arrivare dalla programmazione 2014-2020. Un altro miliardo e 300 milioni dovrebbe essere destinati allo sviluppo rurale, e poi 927 milioni sarebbero a carico del fondo per lo sviluppo, 444 milioni di quello sociale e infine 570 dal Programma operativo nazionale.

L’utilizzo. Non ci sono dubbi: dall’Europa arriveranno molti soldi e comunque saranno tanti anche se ci sarà qualche inevitabile limatura negli importi prima del via libero definitivo. Prima di partire per Bruxelles, Paci ha detto: «Vogliamo programmare quei fondi nel modo più efficace possibile. Per questo siamo impegnati a monitorare gli effetti economici passati e futuri della spesa». Proprio di recente uno studio del Sole 24 ore ha confermato che gli effetti però non sono sempre quelli voluti, spesso per colpa di progetti spezzatino, sovrapposizione fra strategie e anche mancata programmazione fra i Comuni che presentano le richieste di finanziamento. Paci ha assicurato che questi errori non si ripeteranno: «Nei prossimi cinque anni vogliamo puntare non su un’infinità di progetti, ma su poche linee guida e dalle ricadute sicure anche come posti di lavoro». È questa la vera sfida fino al 2020, da giocare più che in Europa sui «tavoli di casa».

Il nuovo decreto

«La mannaia sul Superbonus devasterà tantissime vite»

di Luigi Soriga
Le nostre iniziative