La Nuova Sardegna

Feudatari in Romangia Cinque secoli avventurosi

di Marco Milanese
Feudatari in Romangia Cinque secoli avventurosi

Un saggio di Gian Paolo Ortu su un fenomeno che arriva fino all’Ottocento Le vicende di una fertile regione si intrecciano con le biografie della nobiltà

06 ottobre 2014
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Attraverso un' accurata ricerca documentale condotta a Cagliari nell'Archivio Amat di San Filippo, Gian Paolo Ortu traccia la storia di un fenomeno della storia della Sardegna, molto complesso ed esteso nel tempo (dal Trecento all'Ottocento), come il feudalesimo, nello scenario della fertile Romangia, nel suo lavoro “La Romangia e il feudalesimo” (Agave Edizioni, 216 pagine). Nessun documento medievale descrive con precisione i confini della Curatoria di Romangia, che tuttavia si estendeva in età giudicale nei territori degli attuali Comuni di Sassari, Osilo, Sorso, Sennori, Tergu e Porto Torres, fino alla Nurra, prima del ridimensionamento attuato nel periodo 1230-1270 circa.

Dopo il 1323, con la conquista aragonese, l'assetto demografico e dei villaggi di questa ricca regione subì, con il radicamento del sistema feudale iberico sul territorio, un vero e proprio tracollo, con l'abbandono di villaggi fiorenti fino a pochi anni prima.

La penna rigorosa ed attenta dello storico Gian Paolo Ortu ci accompagna alla scoperta del feudalesimo della Romangia, utilizzando il racconto di storie che possano incuriosire il lettore per la loro carica di umanità e che caricano di pulsante concretezza la più fredda storia delle istituzioni.

Un sistema di controllo e di governo del territorio introdotto con la dominazione aragonese e del quale l'Isola subì il giogo fino alla sua estinzione per decreto sabaudo nel 1836. Gian Paolo Ortu presenta il feudalesimo come suddiviso in tre fasi fondamentali. La prima fase, indicata come “feudalesimo militare”, abbraccia un arco cronologico che coincide con l'arrivo aragonese nel 1324 fino ad arrivare al 1408, che con la battaglia di Sanluri e la vittoria del regno d'Aragona sul giudicato di Arborea, introduce questa istituzione attraverso le prime infeudazioni realizzate per un controllo del territorio.

La seconda fase definito “feudalesimo economico” che possiamo circoscrivere al XV e XVI secolo. Il protagonista indiscusso del periodo di maggiore floridezza economica del feudo romangino fu il feudatario Gonario Gambella, che acquistò il feudo nel 1436. La sua mentalità mercantile diede un nuovo impulso all'economia della Romangia, basata sulla produzione cerealicola e vitivinicola.

La brillante penna di Ortu si sofferma su piccoli ritratti biografici che permettono la conoscenza di aspetti anche caratteriali dei vari feudatari succedutisi nella Baronia di Romangia. Il volume ci regala un affresco del mondo feudale di Romangia, cinque secoli di storia di questo importante territorio del Nord Sardegna, alla cui conoscenza l'autore porta un contributo di forte carica innovativa.

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