La Nuova Sardegna

Il Consorzio: far salire il prezzo del latte non è compito nostro

Il Consorzio: far salire il prezzo del latte non è compito nostro

Il presidente Illotto: «Tuteliamo e valorizziamo il formaggio» Presto un incontro con tutte le organizzazioni agricole

05 ottobre 2014
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SASSARI. «Il Consorzio, tutela il pecorino romano, non ci chiedano di affrontare la questione del prezzo del latte ovino perché non rientra nei nostri compiti»: è la risposta di Renato Illotto, da poche settimane presidente del Consorzio di tutela del pecorino romano, all’attacco portato nei giorni scorsi dai vertici regionali della Coldiretti che – sottolineando come il prezzo del formaggio sia aumentato molto più di quello del latte – avevano invitato i pastori a non chiudere contratti al di sotto di un euro al litro: «Ma si può tranquillamente arrivare a un euro e dieci centesimi», avevano aggiunto Battista Cualbu e Luca Saba.

La posizione di Renato Illotto è ferma, ma senza rinunciare al dialogo: «Il Consorzio di tutela del formaggio pecorino romano sta facendo e farà la sua parte per tutelare e valorizzare il prodotto. Coldiretti chiede dati e incontri, ma sin dal primo giorno del mio insediamento sono stati informati che a breve ci sarà un vertice con tutte le organizzazioni agricole alle quali racconteremo chi siamo e cosa facciamo».

Pur precisando che la questione del prezzo del latte non rientra fra i compiti del Consorzio, Illotto ricorda che «appena eletto, tra le tante telefonate di auguri, ho ricevuto anche quella del presidente Battista Cualbu al quale, ho preannunciato che tra le prime azioni che intendevo portare avanti ci sarebbe stato un incontro. Concorderemo una data anche con l'assessore regionale dell'Agricoltura, Elisabetta Falchi, e con gli altri attori della filiera per fare il punto su strategie e per mettere sul tavolo i dati in nostro possesso».

Coldiretti sostiene che i benefici del successo internazionale del pecorino romano devono essere ripartiti su tutta la filiera produttiva e che il prezzo del formaggio aumenta più di quello del latte perché «all’interno della filiera ci sono trasformatori che giocano a fare i furbi, continuando nel vecchio sistema di privatizzare gli utili e socializzare i debiti sulle spalle dei pastori».

«Non esistono dati secretati, n Coldiretti stiano tranquilli – replicano dal Consorzio –. Anche su altri punti, ricordo all'organizzazione che alcune delle richieste avanzate sono già attive, prime fra tutte la programmazione produttiva, approvata in prima istanza dall'assemblea generale dei soci del Consorzio il 30 luglio scorso e la modifica del disciplinare di produzione del pecorino romano. Faremo qualsiasi sforzo necessario affinché ci sia un dialogo franco e leale, ma non accettiamo critiche basate su slogan non corrispondenti alla realtà. La condizione positiva del settore è il terreno fertile per mettere in campo l'innovazione e l'ammodernamento del sistema e tutti debbono fare la loro parte, non manca certo il lavoro da fare. L'agenda degli impegni spazia dal completamento del complesso iter della programmazione produttiva, che impegnerà tutta la filiera, ai progetti di ricerca e sperimentazione in campo per sostenere le modifiche del disciplinare; alla difesa del prodotto dalle contraffazioni; alla battaglia che si preannuncia onerosa e pesante sul trattato Ttip (partenariato transatlantico su commercio e investimenti) con gli Usa, dove il Pecorino Romano ha i suoi maggiori interessi commerciali e deve difendere la sua peculiarità di indicazione Geografica; alla promozione per sostenere i consumi e per espandere i mercati sia tradizionali sia innovativi». (r.a.)

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