La Nuova Sardegna

L’Eni rallenta sul progetto chimica verde

di Gianni Bazzoni
L’Eni rallenta sul progetto chimica verde

L’ex sindaco Luciano Mura preoccupato: «Arrivano indiscrezioni su un disimpegno legato alla mancanza di fondi»

03 ottobre 2014
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PORTO TORRES. Strano silenzio sugli investimenti per il progetto della chimica verde nell’ex stabilimento petrolchimico di Porto Torres. Anzi, le poche notizie che trapelano dagli ambienti dell’Eni sembrerebbero confermare le preoccupazioni di organizzazioni sindacali e lavoratori: le risorse finanziarie indicate per le tre fasi del progetto non sarebbero disponibili e la realizzazione dei nuovi impianti (fase due e tre) potrebbe slittare di 18 mesi. Ma l’indiscrezione più clamorosa riguarderebbe la centrale alimentata da biomasse solide (paglia di cardo), destinata a saltare definitivamente. L’Eni - che la riteneva fondamentale nel progetto della chimica verde, tanto da inserirla nel Protocollo d’intesa del 22 aprile del 2011 - sarebbe deciso a rinunciare alla costruzione perché il progetto non è stato accolto in maniera festosa dal territorio. Se così fosse, sarebbe la prima volta, che l’Eni manifesta una così alta sensibilità ambientale, al punto da fare proprie le preoccupazioni delle popolazioni che fin dal principio hanno chiesto chiarezza sul progetto, sulle materie prime da impiegare e sulla utilità della centrale in un’area già fortemente infrastrutturata e dove sono presenti altre centrali elettriche. Il sospetto, invece, è che il progetto sia destinato all’archivio solo per l’abbandono degli investimenti preventivati.

Della vicenda si parlerà presto in consiglio comunale a Porto Torres a seguito di una interrogazione urgente presentata dal gruppo del Partito democratico (primo firmatario l’ex sindaco Luciano Mura) che chiede di sapere che cosa sta succedendo attorno agli investimenti e ai progetti concordati per la chimica verde a Porto Torres. La questione richiama un problema fondamentale: quello del governo del territorio e, quindi, di tutte le iniziative che si inseriscono con progetti che mirano a creare opportunità di sviluppo nel settore industriale, della cosiddetta “chimica innovativa” e in campo occupazionale.

«La prima fase del progetto Matrìca si concluderà il 30 ottobre – ha affermato ieri Luciano Mura – e la spesa di 180 milioni di euro risulta inferiore rispetto agli investimenti previsti nei diversi tavoli tecnici dopo l’accordo del 2011. Per questo chiediamo che cosa sta succedendo e se corrispondono al vero le notizie che rimbalzano dalla penisola».

Serve chiarezza sulle fasi 2 e 3 del progetto Matrìca. Dovrebbero essere avviate senza interruzione rispetto al primo modulo, con un investimento di circa 350milioni di euro.

«Ora giungono informazioni preoccupanti – sottolinea Mura – che gli interventi non verranno realizzati per mancanza di fondi necessari, e comunque nella migliore delle ipotesi la costruzione dei nuovi impianti non potrà partire prima di 18 mesi. La centrale a biomasse tanto contestata, invece, non verrà costruita perché non avrebbe incontrato la benevola accoglienza nel territorio: essendo a noi sconosciuta questa alta sensibilità ambientale di Eni, vorremmo conoscere le reali motivazioni che stanno alla base delle decisione».

Il gruppo consiliare del Pd chiede al sindaco Beniamino Scarpa di assumere iniziative adeguate - insieme agli altri soggetti istituzionali - «per impedire l’ennesima fuga dell’Eni dagli impegni assunti e per garantire che tutte le risorse finanziarie previste dagli accordi vengano investite nel territorio».

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