La Nuova Sardegna

le richiEste degli studenti

«Biblioteche e ‘borse’ sempre accessibili, aule e spazi per tutti»

«Biblioteche e ‘borse’ sempre accessibili, aule e spazi per tutti»

SASSARI. Soddisfatti per lo stop ai rincari. Molto meno per l’affidabilità e l’efficienza dei servizi. È un coro di proteste, su quest’ultimo versante, quello che arriva da molti studenti degli...

01 ottobre 2014
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SASSARI. Soddisfatti per lo stop ai rincari. Molto meno per l’affidabilità e l’efficienza dei servizi. È un coro di proteste, su quest’ultimo versante, quello che arriva da molti studenti degli atenei sardi. E, soprattutto, dai loro delegati: i ragazzi e le ragazze che siedono nei Cda e nei Consigli dei corsi di laurea.

«È vero: le tasse nell’isola si basano in genere su parametri più bassi di centro e nord Italia – riconosce Giulio Tupponi, per il Forum rappresentante degli studenti nel Senato accademico di Sassari - Però ci sono cose che non capisco. Mi risulta per esempio inspiegabile la differenza nella prima rata tra facoltà scientifiche - 366 euro - e umanistiche, per le quali se ne versano 306. Dicono che dipende dai laboratori. Ma in alcuni dipartimenti fanno comunque pagare i 60 euro di scarto, come nel caso di Lingue, anche se i laboratori non sempre sono agibili». «Esistono poi altri disagi - incalza - Perché le biblioteche non restano aperte nei fine settimana? E per quale motivo, se manca o non viene pagato il personale, non si usano gli studenti delle “150 Ore”?». Altro punto dolente: i dottorandi. «Come Forum abbiamo appena ottenuto dal Cda una mozione per cancellare le tasse ai neo-iscritti senza borse di studio - attacca Tupponi – Ma il regime andrebbe allargato a tutti. Che logica c’è stata finora nel consentire l’agevolazione solo ai dottorandi che avevamo anche la borsa di studio?».

Critiche da Giacomo Dessì, ex rappresentante degli studenti medi a Cagliari, oggi al terzo anno di università: «Intanto, dal 2012 a oggi c’è sempre stato qualche piccolo aumento delle tasse - precisa – E poi non vedo che aule sporche e sovraffollate, tanti ricercatori ma pochi docenti di prima e seconda fascia». «Sì, troppi servizi sono carenti – conferma Federica Atzeni, iscritta a Ingegneria e rappresentante di UniCa 2.0 nel Senato accademico – Mancano i luoghi di aggregazione destinati a tutti per dibattiti, cineforum e altre iniziative. Solo due biblioteche restano aperte sino a mezzanotte, ma solo dal lunedì al venerdì». «E l’Ersu non ha alloggi per tutti quelli che ne hanno diritto: pochissimi dei 12mila fuori sede trovano un posto – accusa – Pochissime le borse di studio e troppe difficoltà economiche: 300 miei colleghi quest’anno non hanno potuto continuare perché le famiglie non potevano più pagare: è una vergogna».

Tatiana Giuranna, ex delegata per Giurisprudenza a Sassari, è scettica persino sul basso livello medio delle tasse. «In realtà – spiega – è solo il risultato della povertà diffusa: si paga meno perché i redditi dei sardi, a parte quelli dei dipendenti pubblici, livellati, sono tra i più bassi d’Italia». «E le “borse”? Ci sono tanti idonei che non le ottengono mai perché la Regione discrimina Sassari a favore di Cagliari – continua – E in una situazione del genere c’è stato a Sassari persino chi ha proposto la decadenza per i fuori corso: un doppio scandalo». (pgp)

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