La Nuova Sardegna

Primo “sì” in Laguna per George e Amal

Primo “sì” in Laguna per George e Amal

A Venezia ressa di fan e fotografi sui pontili e al Cipriani: già ieri sera la promessa di matrimonio, lunedì la cerimonia

28 settembre 2014
2 MINUTI DI LETTURA





VENEZIA. Ore di attesa ieri in Laguna e ressa sui pontili e sui motoscafi da parte di fotografi e giornalisti nel tentativo di catturare una immagine di George Clooney e della sua promessa sposa, Amal Amaluddin.

Ressa che ha toccato il suo apice ieri sera nei pressi dell’hotel Aman poco prima del party che precede le nozze: la cerimonia ufficiale si terrà domani ma in tarda serata è stato comunicato che il “sì” c’è già stato, davanti a Walter Veltroni, durante il party: una promessa solenne di matrimonio che però, per avere valore giuridico nel nostro paese, deve essere ufficializzata, e lo sarà domani a Cà Farsetti.

Ieri sera George è arrivato con il motoscafo “Amore” scortato da oltre una trentina di imbarcazioni, tra mezzi delle forze dell'ordine e taxi affollati di fotografi e cineoperatori. Dalle rive e dai palazzi che si affacciano sul Canal Grande una folla entusiasta ha salutato il passaggio dell'attore che nel suo perfetto smoking ha ricambiato con sorrisi e saluti con la mano. Tra gli ospiti la direttrice di Vogue America, Anna Wintour, e poi Cindy Crawford . Uno dei più attesi dai fans e dai fotografi è stato Bono Vox degli U2, arrivato ieri a Venezia insieme alla moglie.

Nella tarda mattinata Clooney ha preso un caffè con Cindy Crawford e il marito Randy Gerber sul terrazzo dell’hotel Cipriani. Intanto si moltiplicano le notizie e i gossip sulla coppia. Una cosa è ceta: sposando l'avvocatessa specializzata in difesa dei diritti dell'uomo, l'anglo-libanese Amal Alamuddin, George Clooney forma una nuova coppia “impegnata” nel mondo del cinema, in prima linea contro genocidi, crimini di guerra, diritti umani. Un'affinità elettiva dei quasi sposi, che pronunceranno il sì domani a Venezia. I due si erano conosciuti un anno fa.

L'attore, nato nel Kentucky 53 anni fa, oltre al fascino alla Cary Grant, è anche diverso da altri attori per il suo impegno politico e umanitario, contro il genocidio, in particolare nel Darfure a favore di Haiti.

Amal Alamuddin, 36 anni super-avvocato dei diritti dell'uomo, ha lavorato alla Corte Internazionale di Giustizia, alla Procura del Tribunale speciale per il Libano sull'assassinio del primo ministro Rafik Hariri, e con l'ex segretario generale Onu Kofi Annan sugli sforzi per la pace in Siria.

Il nuovo decreto

«La mannaia sul Superbonus devasterà tantissime vite»

di Luigi Soriga
Le nostre iniziative