La Nuova Sardegna

«Il puzzle dei Giganti ora può essere chiuso»

«Il puzzle dei Giganti ora può essere chiuso»

L’appello di Roberto Nardi, curatore del progetto di Li Punti

28 settembre 2014
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SASSARI. Tra il 2004 e il 2010 Roberto Nardi ha curato il lavoro di recupero dei guerrieri di Mont’e Prama a Sassari, nel Centro di Li Punti, con la supervisione delCentro di conservazione archeologica di Roma. Di fronte alle novità di questi giorni il primo punto che Nardi mette in evidenza è la possibilità, fornita dalle nuove scoperte, di integrare il lungo e complesso lavoro già svolto a Li Punti. «I frammenti che si intravvedono dalle immagini pubblicate dai giornali – dice Nardi – ci rimandano alle sculture cui quei frammenti appartengono, oggi in mostra a Cabras e a Cagliari, colmando parte delle lacune che nell'intervento precedente abbiamo voluto mettere in evidenza, in attesa che, per l'appunto, uno scavo futuro ci restituisse altri tasselli mancanti. E non posso neanche negare che l'eventualità di acquisire le informazioni a noi negate dal lungo tempo intercorso dalla scavo originario e gli anni del restauro, e mi riferisco a tracce di coloritura di cui abbiamo solo intuito la presenza, le tracce di lavorazione originale, alle tracce della presenza di elementi decorativi in metallo, che lo scavo potrebbe offrirci oggi, mi appare come una eventualità straordinaria».

Ma Nardi lancia anche un appello per un intervento di conservazione immediato delle statue e dei frammenti appena ritrovati: «Ben sapendo con quali difficoltà gli archeologi oggi intervengono a Mont'e Prama, le immagini delle sculture strappate alla terra e all'equilibrio climatico che le ha conservate per almeno 30 secoli, senza misure di conservazione preventiva, sotto il sole e sotto la pioggia e senza assistenza diretta da parte di specialisti, reclamano una reazione immediata da parte di chi può dare una mano. Dichiaro, insieme a tutta l'equipe del Centro di conservazione archeologica di Roma che ha eseguito il restauro del 2007-10 a Li Punti, la massima disponibilità a prestare collaborazione gratuita ed immediata per arginare l'azione del degrado. A nome di tutto questo e a fronte dell'esperienza acquisita nei confronti dei "Giganti" nei quattro anni in cui sono stato impegnato nel restauro, mi offro per intervenire immediatamente, e, ribadisco, a titolo puramente gratuito, arrivando a Cabras nel più breve tempo possibile, con una squadra di specialisti per offrire l'assistenza sullo scavo e i primi interventi di conservazione che, è forse utile ribadire, sarebbero eseguiti con le stesse tecniche e materiali usati finora che hanno dato risultati ampi, oggi sotto gli occhi di tutti».

Insomma, un pronto intervento immediato e disinteressato. «Durante lo scavo – dice ncora Nardi – occorre garantire quelle misure preventive di cui oggi l'archeologia, per essere definita moderna, non può fare a meno. Quando si dovesse operare diversamente, i rischi e i danni, comprese la perdita di informazioni, sono immani». «Si apprezza moltissimo – conclude Nardi – l'idea, nella linea di continuità del progetto di restauro, di presentare immediatamente nel museo di Cabras gli esiti dello scavo. Le stesse sculture e la scienza della conservazione sono in grado di trovare delle soluzioni rapide per questo fine. E' evidente che l'attesa per le decisioni nel merito dovrebbe essere ridotta per contribuire a minimizzare i rischi». (red.c.)

 

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