La Nuova Sardegna

La Brigata Sassari nelle testimonianze dei soldati

Interviste ai “sassarini” raccolte da Antonio Muglia e pubblicate in un libro edito da Delfino

25 settembre 2014
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SASSARI. Dalle espressioni di quei volti fieri filtra chiaramente l’attaccamento alla divisa e il senso del dovere. Sono soldati, certo, ma soldati speciali. Non soltanto nel senso tecnico del termine, cioè professionisti bene addestrati, ma anche portatori di una carica umana non comune. Sono gli uomini e le donne della Brigata Sassari ritratti nel volume di Antonio Muglia, giornalista-fotografo che per due anni ha visitato (perfino in Afghanistan) i reparti di Sassarini impegnati in patria e nelle aree di crisi. Li ha ascoltati e ritratti, descritti e raccontati, seguendo un filo conduttore che tiene insieme tutto il lavoro. Ha chiesto a ottantotto uomini con le mostrine biancorosse di raccontare, in poche battute, due momenti particolari della loro esistenza: uno caratterizzato dalla paura, l’altro dalla felicità.

Così è nato “Brigata Sassari, ritratti di soldati”, presentato martedì scorso nel salone dei Diavoli rossi, al comando Brigata, presenti, fra gli altri, oltre l’autore, il comandante, generale Manlio Scopigno, il presidente della Banca di Sassari, Ivano Spallanzani e l’editore Carlo Delfino.

I soldati della Sassari hanno risposto volentieri rivelando, in certi casi, anche aspetti delicati non solo della loro carriera professionale, ma anche della vita privata, dei loro affetti e del rapporto non sempre facile con gli stranieri nelle aree di crisi in cui hanno operato. Il risultato è una bella carrellata di immagini e testi messi insieme con l’intento di evidenziare non soltanto l’elemento tecnico legato a una professione delicata e importante, ma soprattutto l’aspetto umano che, da sempre, caratterizza e distingue gli uomini della Sassari. Senza togliere niente ai soldati di altri reparti, i Sassarini, infatti, oltre all’esperienza e ai materiali, hanno sempre portato con sé, nei teatri delle aree di crisi, quella carica umana che in più di un’occasione è servita a fare la differenza. Umanità che, scorrendo le risposte date alle domande rivolte da Antonio Muglia, filtra in modo nitido nei riferimenti continui alle famiglie e agli affetti, nell’appagamento per l’esercizio di una professione speciale interpretata sempre con senso del dovere e attaccamento alla divisa.

«L’idea di raccogliere le testimonianze dei Sassarini _ ha spiegato Antonio Muglia, stimolato dalle domande di Pierluigi Piredda, giornalista della Nuova Sardegna – mi è venuta spontaneamente una mattina, passando di fronte all’edificio di piazza Castello, è lì che ho sentito il bisogno di scrivere qualcosa».

Il volume, edito da Delfino, preceduto da una presentazione dello storico Manlio Brigaglia e impreziosito dalla traduzione a fronte in lingua sarda, curata dal giornalista Salvatore Taras è già in libreria. Durante la serata, scivolata piacevolmente tra aneddoti e spigolature, il generale Manlio Scopigno, comandante della Brigata Sassari, ha colto l’occasione per salutare la città. Durante la cerimonia di saluto della Brigata Sassari di rientro dalla missione afghana, in programma domani in piazza d’Italia, sarà ufficializzato, infatti, il passaggio di consegne al nuovo comandante.

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