La Nuova Sardegna

Ok alla manovra, dà ossigeno ai Comuni

Ok alla manovra, dà ossigeno ai Comuni

Iter veloce in commissione per l’assestamento dei conti che garantirà oltre 30 milioni alle amministrazioni locali

23 settembre 2014
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CAGLIARI. L’assestamento dei conti della Regione avrà una corsia preferenziale in Consiglio e l’approvazione dovrebbe essere molto rapida, o almeno è questo l’obiettivo della maggioranza di centrosinistra. L’iter comincerà domani, con la convocazione da parte della commissione bilancio, presieduta da Franco Sabatini del Pd, dell’assessore alla Programmazione, Rafafele Paci. È stato lui a proporre la «manovra di assestamento» licenziata due settimane fa dalla Giunta. Una manovra indispensabile – ha detto a suo tempo Paci – necessaria non solo per fra quadrare i conti, all’appello mancavano 205 milioni, ma «soprattutto erano necessario avere un bilancio della Regione sempre più reale (sono previste solo entrate sicure), efficiente ed organico». Dell’assestamento si sa già tutto: 171 milioni sono stati spostati da un capitolo all’altro per incrementare di 35 milioni il Fondo unico destinato ai trasferimenti a favore di Comuni e Province, come previsto dall’accordo firmato a suo tempo dalla Giunta con l’Associazione dei Comuni, l’Anci, e il Consiglio delle autonomie locali. Altri 33 milioni sono stati destinati al pagamento dei debiti della pubblica amministrazione verso le imprese e 103 serviranno a garantire liquidità alle Asl, che dovranno utilizzarli per pagare i debiti certi ed esigibili maturati negli ultimi due anni. Ancora: 12,5 milioni sono destinati alla messa in sicurezza delle miniere della Carbosulcis , controllata dalla Regione e destinata a essere chiusa, e 8,3 milioni ad Igea che potrà così pagare gli stipendi. Novità anche sul fronte del turismo con 6,3 milioni destinati alla progetto di destagionalizzazione, mentre 3,5 milioni finanzieranno il potenziamento del trasporto pubblico locale. Per coprire queste maggiori spese, l’assessore ha utilizzato fondi comunque bloccati dal Patto di stabilità, o comunque revocato finanziamenti a capitoli con ancora consistenti somme non spese. La quadratura dei conti non si è limitata alla spending review, ma è stato un evidente operazione di raschiare il barile delle finanze laddove era possibile.

Tagli e sforbiciate. I tagli riguardano i 34,2 milioni che comunque dovranno uscire dal bilancio della Regione, come «nuovo concorso della Sardegna per la riduzione del debito pubblico nazionale», aumentato dopo la concessione del governo Renzi del bonus da 80 alle famiglie. Poi ci sono le sforbiciate un po’ in tutti gli assessorati e riguardano comunque somme che non sarebbero potute essere spese quest’anno. Dai 10 milioni per l’attuazione del Programma di sviluppo ai 12 decurtati alla voce «Parco scientifico e innovazione tecnologica» Altri 10 sono stati sottratti dalle spese correnti destinate agli enti locali per interventi in politiche attive del lavoro. Altri 2,7 milioni sono stati prelevati dall’assessorato al Bilancio dal capitolo che prevede interventi destinati alla valorizzazione della lingua e della cultura sarda e 36,6 milioni dalla voce «difesa e tutela del suolo». Poi ci sono i 4 milioni trasferiti dal capitolo bonifiche, amianto e siti minerari dismessi, quindi gli 8 tagliati all’ente foreste. Ancora: 11 in meno dal piano per il controllo della servizio sanitario regionale, 4 dai progetti a favore di artigiani e commercianti, 10 dalla voce risarcimenti per gli agricoltori danneggiati dalle alluvioni, 12,5 dal fondo regionale per l’occupazione e infine 15,6 dal capitolo di spesa destinato nel 2014 al trasporto pubblico locale.

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