La Nuova Sardegna

Marras a Milano Moda. Omaggio a Carol Rama

di Angiola Bellu
Marras a Milano Moda. Omaggio a Carol Rama

La collezione 2015 ispirata all’arte della pittrice torinese

21 settembre 2014
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MILANO. E' sempre più artistico l'appuntamento con la settimana della moda milanese di Antonio Marras. Nel caos cittadino misto a moda internazionale e lavori in corso per l'Expò, Marras presenta la sua collezione Donna Primavera Estate 2015, ispirandosi e dedicandola alla pittrice Carol Rama, classe 1918, torinese troppo cosmopolita perché la sua fama fosse – e sia – sia pari al suo valore. «Carol Rama è una donna straordinaria – ci dice Marras – che ha segnato l'arte contemporanea del Novecento. Oggi ha 96 anni, il suo riconoscimento è arrivato tardivo: ha avuto la sfortuna di nascere in Italia. Adesso partono sue mostre in mezza Europa. Sarà a Milano, Madrid e poi girerà per tre anni l'Europa. Ho voluto dedicare questa collezione a lei perché incontrarla otto anni fa, è significato viaggiare, mi ha condotto in un altrove. E' subito scaturito un lavoro insieme. Adesso è arrivato per me il momento di renderle omaggio».

Rendere omaggio per Marras ha significato tradurre in abiti l'arte e la personalità di Carol Rama: «In realtà è stato facile ma abbastanza complesso. Carol ha una personalità quasi sdoppiata; un lato folle ed eccentrico. Ed io ho diviso la collezione in due parti».

Il ticchettio di un orologio a carica e la melodia di un vecchio carillon aprono il sipario sulla sfilata. Il carillon accompagnerà la scena fino alla fine. Sfila il lato eccentrico di Carol: un'esplosione di colore, di righe interrotte da organze, da stampe di fiori, in abiti dal taglio pulitissimo. Non manca mai la cintura “Obi” alta, di vernice, che sottolinea la silhouette. C'è l'uso del metallo in contrasto, Marras ha snobbato il tabù della cromìa: su borse e scarpe è argento, mentre nei gioielli è oro. Le scarpe sono oggetti strani che quasi esplodono. Gli accessori sono sapientemente in dissonanza con gli abiti. Poi, tutto cambia: c'è in scena un altro lato di Carol Rama che Marras porta in passerella nei toni dell'ecru e del nero, c'è l'arte del Laboratorio di Alghero: «Abiti che riusciamo a realizzare in Sardegna grazie a maestranze straordinarie che fanno cose impossibili in altri contesti: i plissé vengono da pannelli prima cuciti e intagliati; i ricami sono ispirati alle mani di Carol».

L'allestimento della passerella è un'enorme installazione che ha un impatto emotivo talmente forte da vivere a prescindere dalla sfilata. E' un ingranaggio meccanico che ricorda l'interno di un orologio, nel quale si muovono oggetti cari alla vita e all'immaginario di Carol Rama ma anche di Antonio Marras: «E' un omaggio alle cose che amo: gli oggetti ritrovati, oggetti che si muovono meccanicamente, ruote – uno degli elementi tipici dei disegni di Carol – le mani, le scarpe le valige». Tradisce il suo essere un artista completo, sussurrando: «Sono più orgoglioso dell'installazione che della sfilata». Ora il pensiero va alla formazione dello stilista, e gli chiediamo un confronto tra Carol Rama e la sua amica scomparsa Maria Lai. «Entrambi hanno segnato la mia esistenza. Maria era apparentemente quieta e remissiva, ma in realtà non lo era. Carol invece appare invadente, spiazzante, quasi disturbante. Le accomuna un lavoro di amore e di passione».

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