La Nuova Sardegna

Il fronte del no esulta Attesa per i prossimi passi della Saras

di Roberto Petretto
Il fronte del no esulta Attesa per i prossimi passi della Saras

L’azienda dopo la decisione del Savi: valido il nostro operato Non è escluso che la società dei Moratti ricorra alle vie legali

21 settembre 2014
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ARBOREA. Il comunicato della Saras va letto e riletto con attenzione. All’indomani della decisione del Savi (Servizio di sostenibilità ambientale e valutazione impatti ambientali della Regione), i toni del fronte del no, largamente maggioritario, si sono mossi in una gamma di gradazioni che sono andate dalla soddisfazione al trionfalismo. Corroborate dal sigillo posto dall’assessore regionale all’Ambiente, Donatella Spano, che ha così rafforzato lo scarno dispositivo del Savi: «Non sussistono le condizioni per procedere con le richieste avanzate».

Parole che hanno lo spessore della pietra tombale, il peso della sentenza definitiva. Ma alcuni distinguo della società che in tutti questi anni ha cercato di portare avanti il progetto per la realizzazione di un pozzo esplorativo delle campagne di Arborea, a pochi metri dallo stagno di S’Ena Arrubia, meritano forse un supplemento di attenzione. Non perché la pratica del Progetto Eleonora possa essere riaperta (a meno che non sopraggiungano interventi normativi a livello superiore), quanto piuttosto perché la bocciatura potrebbe avere delle ulteriori conseguenze.

La Saras non a caso (il comunicato è stato soppesato a lungo dai vertici milanesi dell’azienda) ha messo l’accento su un particolare: i rilievi mossi dal Savi non sono di carattere ambientale, ma di carattere urbanistico. Incompatibilità con il Ppr, ma anche con il Piano urbanistico comunale. Quello di Arborea. Evidenziato questo, la società aggiunge: «Saras ribadisce la validità del proprio operato, supportato da approfondite valutazioni di carattere tecnico-ambientale. Questa decisione non intacca l'impegno profuso finora in investimenti e sviluppo di conoscenze per generare valore nel territorio, nel rispetto della compatibilità ambientale».

Il «non intacca» e «l’impegno profuso» farebbero intendere che la Saras si riserva di compiere altri passi. Probabilmente da mettere a punto, nelle prossime settimane, insieme agli avvocati della società, andando a verificare se l’incompatibilità con il Puc e con il Ppr poteva essere rilevata già in una fase iniziale dell’istruttoria.

Siamo però solo sul piano delle ipotesi: la certezza è che il Progetto Eleonora si ferma qui. E anche ieri sono proseguite le reazioni nel segno della soddisfazione. Per Manuela Serra, senatrice e portavoce del Movimento 5 Stelle «oltre alle questioni di carattere tecnico, la battaglia sia stata vinta anche grazie alla forza, alla volontà, alla caparbietà dei cittadini e del territorio, che hanno fortemente voluto questo risultato; a dimostrazione che la forza è data dall'unione di tutti».

Anche a Manca pro l’indipendentzia esprime soddisfazione : «Senza la forte pressione popolare, la Saras avrebbe avuto facilmente l'autorizzazione al progetto. Ciò dimostra che la mobilitazione popolare in Sardegna è assolutamente necessaria per difendere la nostra terra dai piani di sfruttamento che ci vengono imposti dall'esterno».

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