La Nuova Sardegna

Con la maxiconfisca fatto il vuoto attorno a Balducci

di Pier Giorgio Pinna
Con la maxiconfisca fatto il vuoto attorno a Balducci

All’ex dirigente sottratti in via definitiva beni per 13 milioni Requisizione a se stante rispetto ai processi contro la Cricca

21 settembre 2014
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LA MADDALENA. Come mai è tanto clamorosa la confisca di beni per 13 milioni all'ex dirigente statale Angelo Balducci? La risposta è semplice. Quello subìto dal protagonista dello scandalo G8 non è un semplice sequestro preventivo. Equivale a una requisizione definitiva dell'intero patrimonio intestato all'ex grand commis e ai suoi familiari. Tuttto perché dal "ramificato sistema corruttivo" Balducci avrebbe tratto notevoli benefici accumulando una montagna di denaro. Situazione che, da sola, al di là della condanna in primo grado già inflittagli in uno dei diversi processi a suo carico e persino al di là di possibili assoluzioni in altri dibattimenti, ha autorizzato l'applicazione delle leggi antimafia. Questa di Balducci è una delle poche vicende del genere che vedono la Sardegna in primissimo piano. Su scala nazionale rientra nelle azioni mirate a fare il vuoto attorno alla criminalità organizzata facendole mancare i mezzi finanziari. Con una normativa che consente di combattere una molteplicità di condotte tramite blitz non sempre destinati al successo per le normali vie del processo ordinario. In questi percorsi difatti il procedimento è più snello di quello penale. Non foss'altro perché il decreto che pronuncia lo stato di pericolosità sociale diventa subito esecutivo: nel senso che i suoi effetti prescindono dall'eventuale impugnazione, che da parte di Balducci appare comunque scontata.

Ma come si è arrivati a questo giudizio nei confronti di uno degli imputati della Cricca accusata di aver favorito il costruttore Anemone nei lavori per il G8 mancato nell’arcipelago? Nei mesi scorsi la Finanza ha prima steso una segnalazione illustrando quali sono gli elementi da cui si evince la pericolosità dell'indagato, per esempio un tenore di vita che si possa giustificare solo con i proventi di traffici e reati abituali: inchiesta allargata ai suoi stretti parenti. Poi le Fiamme gialle hanno inventariato tutti i numerosi beni dei Balducci: auto, quote societarie, conti bancari. Alla fine, la consegna del dettagliatissimo dossier alla magistratura e la conseguente decisione del tribunale.

La confisca interessa l'intero patrimonio accumulato nell'ultimo decennio dalla famiglia dell'ex alto funzionario. Il quale, prima dell'arresto avvenuto il 10 febbraio 2010, che sarà seguito dalla scarcerazione qualche mese più tardi, tra il 2008 e il 2009 alla Maddalena era attivo nella Struttura di missione della Protezione civile guidata da Bertolaso, a sua volta indagato, insieme con 15 presunti complici.

Balducci, con altri funzionari pubblici ed imprenditori, è stato al centro delle indagini condotte dalle Procure di Tempio, Roma, Firenze e Perugia sul “sistema gelatinoso”. Condotte che nel filone giudiziario gallurese gli sono valse la richiesta di rinvio a giudizio per le mancate bonifiche nell'ex arsenale militare di Moneta. E adesso, con l'ultimo provvedimento arrivato dalla capitale, persino la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza: durata tre anni, obbligo di soggiorno nel Comune di Roma.

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