La Nuova Sardegna

Convalidato l’arresto della moglie

di Gianni Bazzoni
Convalidato l’arresto della moglie

Gli inquirenti scavano nel passato della coppia e nell’alto tenore di vita dei due che vivevano con una piccola pensione

14 settembre 2014
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SASSARI. È stato convalidato l’arresto di Roberta Gasperini, la donna di 44 anni accusata di avere ucciso a coltellate il marito Roberto Girardi (di 52). La donna è stata sentita ieri mattina nel carcere di Bancali alla presenza del suo legale l’avvocato Alessandra Pompili che ha chiesto - con una serie di motivazioni - la sostituzione della custodia cautelare in carcere (richiesta dal pubblico ministero Corinna Carrara) con la misura degli arresti domiciliari (riservandosi di indicare eventualmente il domicilio). Il giudice delle indagini preliminari si è riservato di decidere.

Intanto è confermata per domani mattina, alle 8, all’istituto di Patologia forense di Sassari, l’autopsia sul corpo di Pietro Girardi. La perizia è stata affidata al medico legale Salvatore Lorenzoni.

Ieri mattina negli uffici della Procura c’è stato un incontro tra il magistrato titolare dell’inchiesta e gli investigatori che stanno cercando di fare piena luce sulla tragedia familiare che si è consumata mercoledì pomeriggio nella villetta alla periferia di Alghero, in località Ungias-Galantè. Sarebbe stata messa a punto la strategia da seguire, specie per quel che concerne gli aspetti ancora misteriosi della complicata vicenda. Ci sono difficoltà, infatti, a capire come la coppia potesse permettersi un tenore di vita così alto a fronte di un piccolo reddito mensile rappresentato da una pensione di cui era titolare la vittima. Casa nel varesotto, villa affittata ad Alghero, barca, viaggi continui e altre situazioni che i carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale e della compagnia di Alghero stanno verificando. Alcune risposte potrebbero arrivare dal materiale sequestrato nel corso delle perquisizioni.

Chiusa tecnicamente la pratica dell’omicidio (la donna ha ammesso le proprie responsabilità e anche gli accertamenti non hanno riservato sorprese), gli investigatori stanno ricostruendo i rapporti tra l’uomo e la donna. Quello che emerge dalla prima fase delle indagini è che Roberta Gasperini ha maturato nel tempo un odio profondo nei confronti del marito (i due si sarebbero sposati in Nevada ma il matrimonio non sarebbe stato registrato in Italia) che è esploso mercoledì pomeriggio con quella reazione che ha portato alla morte dell’uomo. Diverse coltellate sferrate con rabbia, mentre Pietro Girardi era a letto. Poi Roberta Gasperini, semi svestita, si sarebbe messa a sua volta a letto, accanto al marito. E lì l’hanno trovata i carabinieri, arrivati subito dopo la chiamata effettuata dalla figlia della coppia, che era in casa ma in un’altra stanza al momento dell’omicidio.

Il sospetto degli investigatori è che dietro l’immagine di facciata di una famiglia apparentemente tranquilla, schiva, lontana da qualsiasi clamore, ci siano parecchie stranezze. Si guarda, in particolare, alle attività svolte da Pietro Girardi: ci vorranno diversi giorni per avere un quadro completo e capire realmente situazioni che sono al momento solo ipotizzate (e per questo tenute riservate). Da chiarire anche perché i rapporti di coppia siano progressivamente peggiorati fino a trasformarsi - nel corso degli anni - in una sorta di inferno domestico. Roberta Gasperini - che ha preso sotto la sua ala protettiva la figlia di 22 anni - avrebbe subito violenze, costrizioni e manipolazioni di ogni tipo. Situazioni al limite della sopportazione umana, secondo quanto sarebbe trapelato dai racconti fatti finora dalla donna che - anche ieri nell’interrogatorio di garanzia in carcere - ha confermato quanto aveva già dichiarato agli inquirenti nella caserma di Alghero.

E si cerca di fissare con certezza il movente di un delitto che non è nato in quel pomeriggio di mercoledì ad Alghero ma sembra portarsi dietro una lunga storia che si intreccia con vicende difficili da capire.

In effetti, Roberta Gasperini avrebbe potuto denunciare più volte il marito per lesioni e maltrattamenti in famiglia, e in presenza di violenze e costrizioni continue andare via. Anche in questo caso, i carabinieri stanno lavorando per stabilire se la donna era davvero “libera” di agire o se era stato raggiunto un livello tale da annullare qualsiasi presa di posizione. Fino alla tragedia.

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