La Nuova Sardegna

Due incendi, ma l’inchiesta non c’è

Due incendi, ma l’inchiesta non c’è

Per ora nessuna ipotesi di reato, la Forestale cerca i nomi dei responsabili

10 settembre 2014
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CAGLIARI. Non un incendio a Capo Frasca ma due: il primo mercoledì scorso ha mandato in fumo circa sette ettari di macchia mediterranea ed è stato spento con cinque gettate d’acqua dell’elicottero. Il secondo, il più esteso, il giorno dopo: venticinque ettari in cenere, quindici carichi d’acqua per evitare guai peggiori. In entrambi i casi il comando militare ha chiesto l’intervento della Guardia Forestale e dei Vigili del Fuoco perché il poligono non ha alcun mezzo antincendio. Inutile insistere sulle conseguenze giudiziarie: non c’è ancora alcuna inchiesta aperta formalmente della Procura di Cagliari perché non è stato consegnato alcun rapporto agli uffici di piazza Repubblica sulla sequenza di incidenti. Il Corpo forestale ha semplicemente informato il sostituto procuratore di turno Maria Grazia Genoese, che ha disposto una serie di accertamenti e altri li ha autorizzati. Ma non c’è un fascicolo e non sembra che al terzo piano del tribunale ci sia troppa fretta di aprirlo. Forse perché quanto è avvenuto è apparso chiarissimo fin dalle prime ore. Se alla conclusione dell’indagine dovessero emergere profili di responsabilità penale il solo reato ipotizzabile è quello di incendio colposo. Ma prima di arrivare a una contestazione formale la Forestale dovrà ricostruire la filiera delle competenze sull’esercitazione aerea e sul bombardamento simulato, stabilire chi ha impartito gli ordini e chi ha elaborato il programma dell’addestramento. È chiaro che i piloti degli aerei non rischiano guai giudiziari: hanno soltanto eseguito gli ordini ed erano autorizzati a colpire gli obiettivi indicati dal Comando con le ogive non esplosive che hanno scatenato i due piccoli incendi. La Procura valuterà invece la posizione dei vertici militari e della base oristanese, che nell’ipotesi accusatoria ancora tutta da verificare avrebbero omesso di allestire un sistema di prevenzione degli incendi, andando incontro a un pericolo prevedibile. Le fiamme sono certamente partite a causa delle scintille che gli ordigni metallici hanno provocato andando a schiantarsi sul terreno pietroso. Il resto l’hanno fatto il caldo e il vento.

Una cosa è certa: non si è verificata alcuna esplosione e chi ha parlato di missili l’ha fatto senza conoscere la realtà del poligono. Il rumore che alcuni hanno sentito durante la fase intensa del bombardamento era quello provocato dell’impatto al suolo delle “bombe”. Nel dubbio però il comando della Forestale ha disposto che l’intervento avvenisse solo dal cielo, con gli elicotteri antincendio. Le squadre a terra sono rimaste a guardare per precauzione, senza avvicinarsi all’area dell’incendio. Ma è stato il successivo lavoro di bonifica a confermare come siano state utilizzate per l’esercitazione soltanto ogive non esplosive, così come prevedeva il programma dell’addestramento autorizzato.

Non sarà comunque un lavoro d’indagine facile e neppure breve quello che attende gli uomini del Corpo Forestale. Nei prossimi giorni dovrebbero essere acquisiti alcuni documenti direttamente a Capo Frasca. (m.l)

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