La Nuova Sardegna

Costa Smeralda, terremoto tangenti sulle licenze edilizie

di Mauro Lissia
Costa Smeralda, terremoto tangenti sulle licenze edilizie

Perquisiti l'abitazione e gli studi di Cagliari e di Roma del progettista delle suite a 5 stelle, Tonino Fadda. Indagato anche l’ex capo dell’ufficio urbanistica di Arzachena, Antonello Matiz. L'accusa è di concorso in corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio

10 settembre 2014
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CAGLIARI. Un giro sterminato di tangenti, con donazioni milionarie a funzionari e dirigenti che governano le autorizzazioni paesaggistiche e le concessioni edilizie nelle aree di maggior pregio della Costa Smeralda, fino agli ampliamenti degli hotel dorati ex Colony Capital, Romazzino, Cala di Volpe e Pitrizza: rimbalza a Cagliari un’inchiesta della Procura di Tempio che sembra destinata, se le ipotesi accusatorie troveranno conferma, a far tremare ancora una volta la politica sarda.

Perquisizioni. Per adesso gli indagati sono tre: il potentissimo ingegnere cagliaritano Tonino Fadda, ex componente della commissione Urbanistica del Comune di Cagliari e poi collaboratore dell’urbanistica regionale, il fratello geometra Raimondo Fadda e l’ex responsabile dell’ufficio tecnico di Arzachena Antonello Matiz, per anni plenipotenziario e crocevia burocratico di ogni iniziativa che riguardasse il cemento d’alto bordo nella Gallura degli appetiti immobiliari. L’accusa contestata fino a questo momento dal procuratore capo di Tempio Domenico Fiordalisi è per tutti e tre di concorso in corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, ma il materiale acquisito ieri mattina dai carabinieri di Sassari nell’abitazione di Fadda in vico Merello 7 e negli studi professionali di Cagliari e di Roma lascia prevedere per le prossime settimane un’ondata di avvisi di garanzia, mentre si parla di perquisizioni già programmate per questa mattina in diverse località della Gallura.

Iniziative immobiliari. L’inchiesta è in pieno svolgimento, Fiordalisi si è mosso in periodo feriale per tagliare corto e bloccare sul nascere qualsiasi tentativo di inquinamento delle prove: il decreto di perquisizione è stato controfirmato dal gip Marco Contu, che ha valutato in queste ore il materiale probatorio raccolto dai militari dell’Arma nel corso dell’estate. Al centro dell’indagine sono gli atti di concessione, i permessi di costruire, le autorizzazioni paesaggistiche che hanno reso possibili negli ultimi anni alcune iniziative immobiliari di grande impatto, le nuove suite degli hotel smeraldini ma anche le megaville di La Conia, la località di Arzachena in cui hanno realizzato i loro ritiri estivi numerosi dirigenti generali dello Stato e alti funzionari della tutela paesaggio.

Operazioni dubbie. È qui, tra Serra di Entu fino a La Conia passando per la proprietà Pasella che gli uomini di Fiordalisi hanno scoperto operazioni edilizie di dubbia legalità, sulle quali stanno indagando. Per scoprire le origini di quello che appare una sorta di sacco paesaggistico a base di tangenti il magistrato ha puntato decisamente su Tonino Fadda, per anni progettista di riferimento di Colony Capital e ancora sotto contratto fino a dicembre con la nuova proprietà che fa capo al Qatar, uomo vicinissimo al potente dirigente dell’urbanistica regionale Gabriele Asunis, indagato per corruzione e poi prosciolto nel procedimento romano per la P3 in cui è imputato Ugo Cappellacci.

Modifiche arbitrarie. Dalle carte dell’indagine sembra emergere un’asse solidissimo tra Fadda e Matiz, il primo come uomo delle proposte immobiliari a cinque stelle e il secondo nelle vesti di referente tecnico. In mezzo, fra progetti che sembrano aver passato agevolmente le verifiche urbanistiche e paesaggistiche, compaiono misteriose donazioni di cui i carabinieri hanno trovato traccia nei documenti sequestrati negli studi di Fadda: un appartamento al centro di Londra, acquistato e poi ceduto a un personaggio piuttosto conosciuto negli ambienti politici, passaggi di denaro molto consistenti, nell’ordine dei milioni di euro, che riporterebbero sempre a nomi noti. Filtrano indiscrezioni sulle perquisizioni compiute ieri, in presenza dell’avvocato Rita Dedola che difende i fratelli Fadda: Fiordalisi ha chiesto ai militari di cercare documenti riferiti al piano regolatore di Arzachena, che per ragioni da verificare sarebbero usciti dagli uffici del municipio gallurese per finire nello studio dell’ingegnere cagliaritano. Si parla di modifiche arbitrarie che lo strumento di pianificazione avrebbe subito nel tempo per garantire i permessi di costruire in aree coperte da vincoli, soprattutto quelle di La Conia. Ma sembra emergere un fitto reticolo di interessi legati a proprietà immobiliari private, con intermediari immancabilmente vicinissimi a personaggi della politica protagonisti nella legislatura Cappellacci.

Contratto principesco. Fadda, che dell’assessorato all’urbanistica era una sorta di fiduciario, avrebbe svolto il ruolo di tramite fra la Regione e gli interessi immobiliari che gravitano attorno alla Gallura rivierasca. Assunto con un contratto principesco dall’imprenditore statunitense Tom Barrack, l’ingegnere cagliaritano ha lavorato alla progettazione delle suite negli hotel smeraldini – la sola concessione rilasciata riguarda però il Romazzino – e in contemporanea avrebbe dato supporto tecnico a una serie di personaggi legati alla politica nazionale e sarda interessati a costruire in Gallura. Chiunque desiderasse un buen retiro dalle parti di Porto Cervo e dintorni si rivolgeva a lui, che secondo indiscrezioni avrebbe maturato parcelle per una cifra vicina ai 40 milioni di euro, guadagnati nella piena legittimità.

Carte e computer. I militari hanno bussato di buon mattino prima all’abitazione dell’ingegnere, che secondo l’avvocato Dedola ha fornito piena collaborazione e disponibilità. Sempre in un clima sereno gli investigatori inviati da Fiordalisi si sono trasferiti allo studio professionale di Fadda, dove hanno fotocopiato documenti e esaminato il contenuto dei computer. Nelle stesse ore i commilitoni di Roma perquisivano lo studio che Fadda ha aperto nella capitale. Ora il materiale raccolto sarà esaminato e trasmesso all’ufficio di Fiordalisi per una prima valutazione.

Altri nomi. Stando sempre a indiscrezioni da confermare, i documenti acquisiti dovrebbero consentire alla Procura di Tempio nuovi passi d’indagine. Il numero degli indagati – nel decreto di perquisizione sono tre – sarebbe molto più elevato e altri nomi saranno aggiunti di qui a breve in un’inchiesta dagli sviluppi imprevedibili.

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