La Nuova Sardegna

L’Izs: «Abbiamo agito con tempestività»

L’Izs: «Abbiamo agito con tempestività»

Due mesi fa era scoppiato lo scandalo dell’indagine romana con 41 persone finite sotto inchiesta

07 settembre 2014
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SASSARI. Gli allevamenti a rischio nell’isola sono sempre meno e completando le vaccinazioni è altamente improbabile che quest’anno si possa avere un’epidemia di blue tongue. L’assessore Arru ne è praticamente certo, ma è importante convincere tutti gli allevatori che ancora non l’hanno fatto a sottoporre a vaccinazione i propri capi ovini e bovini.

«Questa volta abbiamo agito con tempestività - spiega Sandro Rolesu responsabile del centro sorveglianza epidemiologica dell’istituto zooprofilattico della Sardegna - c’è stata una buona programmazione e un’analisi più puntuale dei fenomeni complessivi rispetto al passato. Il nostro ruolo - aggiunge Rolesu - è quello di effettuare un’analisi del rischio, indicando alla Regione e alla Asl i punti in cui è più probabile che si verifichi un’epidemia». Epidemia che si era verificata dopo la campagna di vaccinazione 2003-2004, quando migliaia di ovini vaccinati avevano contratto il virus. Sulla vicenda era stata aperta un’inchiesta dalla Procura di Roma per far luce sull'acquisto del vaccino africano, ma anche la Procura di Cagliari due mesi fa era scesa in campo per cercare eventuali responsabilità sull'utilizzo del vaccino contro la lingua blu, che si sospetta abbia contribuito a diffondere l'epidemia tra le pecore sarde.

Se la questione legata all'importazione del farmaco e alle verifiche che avrebbero dovuto precederne l'utilizzo sono di competenza romana, le eventuali ricadute sui contagi della campagna di vaccinazione del 2003-2004 che nell'Isola hanno decimato migliaia di ovini sarebbero infatti di competenza distrettuale, dunque della Procura di Cagliari.

Ci sono 41 persone indagate nell’inchiesta del procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo, e tra queste Enzo Caporale, l’ex direttore dello Zooprofilattico Teramo, l’istituto al quale nel 2002 l’allora ministro della Sanità Gerolamo Sirchia aveva affidato tutti i controlli e le indagini scientifiche sull’epidemia di Blue tongue.

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