La Nuova Sardegna

Il miracolo del circolo Terranova

Il miracolo del circolo Terranova

Distrutto dall’alluvione, è stato ricostruito con l’aiuto di tanti benefattori

07 settembre 2014
2 MINUTI DI LETTURA





OLBIA. «Mamma mia». Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, si lascia sfuggire un commento inorridito nel vedere sui tablet dei dirigenti le immagini del circolo tennistico Terranova ridotto a un ammasso di fango e detriti. E non credeva a i suoi occhi nel vedere la struttura del parco Fausto Noce di Olbia rimessa a nuovo, con tanti ragazzini che si allenavano sotto il sole della tardiva estate settembrina: è successo anche grazie a un suo importante contributo personale. Lui vorrebbe glissare, ma messo alle strette, racconta di questo gesto di generosità nei confronti, tra l’altro, di un’associazione che nemmeno conosceva. «Nell'epoca della comunicazione in tempo reale – spiega – avevo anche io sentito, letto, visto le terribili immagini dell’alluvione, in generale sui danni subiti da tutta la città. Un giorno il presidente del club Terranova, Alessandro Masala, mi ha mandato una letterina, in cui chiedeva: aiutateci. E allegava qualche foto. Io gli ho risposto dicendogli che purtroppo, come Coni, non potevamo fare niente, siamo un ente pubblico, e questo non solo per le calamità naturali. Perché le garantisco che di strutture sportive in altre zone molto più disagiate di questa non ne mancano. Gli ho detto però che avrei fatto qualcosa a livello personale. D’altronde ho impostato così la mia carica di presidente».

Vuole vedere un po’ tutta la struttura, non si capacita di come quest’area immersa nel verde e nella pace possa essere stata teatro di un’alluvione. Gli spiegano che l’area è circondata da due canali e che in quel 18 novembre è successo qualcosa che forse era immaginabile, ma non in queste proporzioni. Vuole vedere il campo centrale, fa domande piuttosto pertinenti sul piano della gestione societaria. Da appassionato di tennis (ma ha giocato ad alti livelli anche a calcio a cinque) si sofferma a vedere alcune promesse che si allenano nel doppio («Ehi , ma questi sanno giocare davvero»). E poi chiede della famiglia Datome («Gigi è un grande, ce lo siamo goduti a Roma»).

«Siamo stati onorati della presenza di Malagò – spiega il presidente Masala – che ci è stato da subito vicino e ci ha aiutato con una contribuzione personale. È venuto da noi in maniera informale (era accompagnato dal segretario generale del Coni, Roberto Fabbricini, ndr). Lui che è presidente del Tc Aniene di Roma, quello che ha prodotto il campione Berrettini, conosce le nostre problematiche. Vorremmo che fosse presente alla festa che vogliamo organizzare con tutti coloro che ci hanno aiutato. Grazie a lui i lavori sono terminati all’80 per cento, contiamo di finirli nei prossimi 6 mesi». (apal)

La Sanità malata

Il buco nero dei medici di famiglia: in Sardegna ci sono 544 sedi vacanti

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative