La Nuova Sardegna

Ruspe ferme in Gallura, stop al 90 per cento delle demolizioni

di Giampiero Cocco
Ruspe ferme in Gallura, stop al 90 per cento delle demolizioni

La maggior parte degli abusi individuati dalla Procura di Tempio sono stati già autoeliminati o condonati

05 settembre 2014
3 MINUTI DI LETTURA





TEMPIO. Le ruspe dell’ufficio demolizioni della procura della Repubblica si sono fermate davanti alla resa incondizionata degli abusivi. Dei cento abbattimenti individuati dal capo della Procura di Tempio Domenico Fiordalisi sfogliando le sentenze esecutive passate in giudicato, una novantina non sono più eseguibili in quanto i proprietari degli immobili hanno, in diversi casi, provveduto all’autoabbattimento dei manufatti, in altri si sono sobbarcati del costo di multe e sanzioni e delle spese di progettazione per l’approvazione delle necessarie sanatorie urbanistiche. Soltanto per una decina di casi sarà necessario attendere la decisione dei giudici del tribunale ai quali hanno fatto ricorso gli abusivi. Le ruspe dovevano entrare in azione entro la prima decade di settembre, ma resteranno ferme, e non sbarcheranno neppure alla Maddalena, dove buona parte degli abusivi individuati dalla Procura ha ottenuto la sospensiva in attesa di un giudizio da parte della magistratura. I demolitori dovevano entrare in azione a Santa Teresa di Gallura (una decine di casi, tra i quali alcuni manufatti in campagna) a Palau (altrettanti casi) Arzachena e Olbia, dov’era concentrato il grosso degli «immobili o porzioni di essi», dicono in Procura, finiti sotto accusa perché realizzati in dispregio alle norme urbanistiche. Il bussare alla porta dei tre ingegneri di Olbia che, accompagnati dai carabinieri, in questi tre mesi si sono occupati di effettuare casa per casa le verifiche sugli abusi e lasciare l’avviso di demolizione firmato dal capo della Procura ha prodotto i suoi effetti. «Nel 90 per cento dei casi – ha precisato ieri il portavoce della Procura – non si procederà alle demolizioni in quanto sono state presentate e accolte istanze di concessione edilizia in sanatoria o lo stesso proprietario ha provveduto all’abbattimento del manufatto e allo smaltimento dei detriti». Restano da verificare una decina di casi, ancora sotto la spada di Damocle delle ruspe, ma anche in questi casi le richieste di sanatoria (con istanze di sospensiva avanzate al tribunale) dovrebbero superare gli scogli burocratici. Più complessa, invece, la situazione dell’isola della Maddalena, dove oltre alle problematiche di abusivismo puro subentrano i vincoli di inedificabilità assoluta dovuti alla presenza del demanio e del parco nazionale dell’arcipelago. Anche in questo caso le distinzioni sulle diverse opere abusive sono al vaglio della magistratura, dove le demolizioni sono sospese in attesa del pronunciamento della magistratura. L’ufficio demolizioni della procura prosegue nella sua opera di individuazione e censimento degli immobili o manufatti abusivi realizzati in Gallura, anche se – dicono negli uffici inquirenti –, il grosso degli abusi per i quali era stata emessa dal tribunale o da un giudice (le ex preture) sentenza di demolizione è ormai smaltito. Restano i nuovi casi e le diverse opere per le quali sarà impossibile accedere a condoni o sanatorie. Con buona pace per i (pochi) abusivi che si sono visti demolire la loro casa per mancanza di soldi. Come il caso, emblematico, di quel pensionato maddalenino che ha demolito a picconate la stanza della figlia. Ora presenterà richiesta di sanatoria per ricostruirla.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
Il dossier

Intimidazioni agli amministratori: nell’isola casi aumentati del 20 per cento

di Andrea Massidda
Le nostre iniziative