La Nuova Sardegna

La sfida finale dei pastori: invaderemo Cagliari con cavalli e trattori

di Pier Giorgio Pinna
La sfida finale dei pastori: invaderemo Cagliari con cavalli e trattori

Riunito a Nule, il movimento rilancia la battaglia: «Giustizia per i danni della lingua blu e lotta alla burocrazia»

04 settembre 2014
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NULE. Cavalcata dell'Mps sulla Regione. «Invaderemo Cagliari con anglo-arabi sardi, puledri, giumente e centinaia di trattori - dicono i pastori del movimento nel centro culturale accanto al Comune di Nule - Stavolta la giunta dovrà stare a sentirci: altrimenti saranno guai». Già definito il programma: nei prossimi giorni assemblee in altri paesi dell’isola, a metà mese riunione dei comitati dirigenti a Tramatza e nella seconda metà di settembre «marcia senza paura sul capoluogo».

I traguardi. Ribaditi tutti gli obiettivi, confermate le rivendicazioni. Primo punto: rilancio della sovranità negli ovili («Dobbiamo tornare a essere padroni a casa nostra senza più tecnici che ci assillino con pretese assurde»). Secondo: interventi immediati nel quadro del Piano di sviluppo rurale 2014-2020. Terzo: conferma della richiesta di dimissioni dell'assessore all'Agricoltura, Elisabetta Falchi, considerata «in una posizione incompatibile perché rappresenta gli interessi dei grandi latifondisti». Quarto: netta inversione nella valutazione dei parametri economici della Pac, la politica agricola comunitaria. Quinto: costituzione di parte civile nel processo contro i responsabili della truffa dei vaccini per la lingua blu. Sesto e ultimo punto, ma non per importanza, la lotta per eliminare la mala-burocrazia. Che frena lo sviluppo, perché «per ogni euro speso in agricoltura e nell'allevamento 60 centesimi se ne vanno per i costi degli uffici e di tutti gli enti inutili che dovrebbero controllare o vigilare sul nostro lavoro e invece vivono sulla nostra pelle».

Le posizioni. Molta compatezza in sala. Ma anche dissensi. Come quello manifestato da Diego Manca, di Bitti. Secondo il quale non c’è motivo di sollecitare che l’assessore vada via prima di averle chiesto un faccia a faccia. «Trovo poi sbagliato andare a protestare a Cagliari quando i giochi sono stati fatti altrove», ha aggiunto. Sottolineando poi, sul fronte delle epidemie, «che si sarebbe dovuto esercitare un più efficace controllo sull’operato di molti enti e istituzioni, a cominciare dagli Zooprofilattici».

Il dibattito. «In un momento nel quale il 50% dei sardi non va a votare è meraviglioso che attorno al nostro movimento si raccolgano tante adesioni – ha replicato Mario Carai, di Tempio. E dopo aver spiegato che l’Mps «non si attende né chiede medaglie, ma vuole risolvere i problemi dell’agrozootecnia», ha aggiunto: «Che cosa abbiamo da dire a un assessore che non ha neppure risposto a una nostra domanda di convocazione? L’unica cosa visibile nel suo comportamento è il conflitto d’interessi».

Il clima. Nella sala dove si sono riunite quasi 200 persone l’atmosfera è stata sempre attenta ma serena, interrotta a tratti da qualche batti e ribatti. Alle pareti dipinti e affreschi di vita in campagna. Al centro, le bandiere gialle e blu dell’Mps. «Solo dal Goceano partiranno 50 cavalieri», hanno detto in parecchi. L’ex sindaco di Burgos Tore Nieddu e uno dei più conosciuti allevatori di Oniferi, Giulio Piras, hanno voluto ribadire a chiare note il loro sostegno al movimento. Parole di comprensione per la causa sono arrivate dal sindaco di Nule, Guido Leori, sino al 2009 dirigente dell’istituto zooprofilattico di Sassari: «Le questioni sollevate esprimono un disagio profondo. La valvola di sfogo naturale sarà la manifestazione che si terrà a Cagliari». «È tuttavia augurabile che il confronto con la Regione riprenda presto», ha concluso.

Commenti e reazioni. Così, prima del pranzo a base di pecora organizzato dai pastori del paese con la consueta balentìa culinaria, c’è stato il tempo per altre prese di posizione. Tanti, ed alcuni entusiastici per gli sviluppi della lotta, gli interventi. «Ma per gli ovili c’è bisogno di un cambiamento vero, profondo», ha osservato Aldo Gaias, imprenditore agricolo di Berchidda. «Non è possibile che il nostro lavoro sia controllato da 27 diversi enti e istituzioni e che i risultati siano disastrosi – ha spiegato – Io personalmente per ogni ora e mezzo d’attività in campagna devo buttarne via altre 6 e mezzo dietro scartoffie inutili».

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