In ascesa le quotazioni del pecorino romano
In tre anni il prezzo all’ingrosso è aumentato del 175 per cento Risultati paragonabili a quelli del parmigiano reggiano e del grana padano
SASSARI. Ai cupi scenari sul futuro delle aziende agropastorali sarde si è affiancato ieri un dato incoraggiante per il settore caseario: negli ultimi tre anni il prezzo del pecorino romano all'ingrosso è aumentato del 175 per cento passando da un quotazione di 4,70 euro al chilogrammo a 8,25 euro, un aumento a livello internazionale assolutamente insperato che porta le quotazioni del Romano su quelle del parmigiano e del grana padano, addirittura superando le quotazioni del grana padano che oscillano – quello con stagionatura 9 mesi – tra i 6,80 euro ed i 7,25 nel 2014. I dati sono stati diffusi dalla Coldiretti Sardegna.
Altre novità in arrivo dal mercato internazionale dei formaggi: il parmigiano reggiano e il grana padano, con un valore delle esportazioni in Russia pari a circa 15 milioni di euro nel 2013, possono accedere alle misure previste dalla Commissione europea che interessano anche il pecorino ed il fiore sardo.
Lo rileva ancora la la Coldiretti annunciando che il Comitato di gestione della Ue ha deciso il via libera agli aiuti per l'ammasso privato per il burro, il latte scremato in polvere e alcuni tipi di formaggi Dop/Igp al fine di attenuare l'impatto delle restrizioni russe sui prodotti lattiero-caseari dell'Ue. L'esportazione di prodotti lattiero caseari italiani in Russia – sottolinea la Coldiretti – è stata pari a 45 milioni di euro nel 2013, dei quali ben 42 milioni per formaggi e latticini.
Tra questi un peso rilevante è rappresentato da parmigiano reggiano e grana padano per un totale di circa 15 milioni, mentre vale un milione e mezzo di euro l'export di pecorino e fiore sardo. Rilevanti – precisa la Coldiretti – sono anche le esportazioni di formaggi freschi per un importo di 13 milioni di euro, come le mozzarelle, che al momento sono però escluse dagli aiuti.