La Nuova Sardegna

Sadali, altri migranti in “fuga” dal paese

di Luca Fiori
Sadali, altri migranti in “fuga” dal paese

Il gruppo di stranieri ha lasciato l’hotel ieri mattina. Pili annuncia un’interrogazione: «Vergogna»

26 agosto 2014
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SASSARI. A Sadali non ci vogliono proprio stare. Un altro gruppo di migranti - cinquanta trasferiti da Augusta, in Sicilia, il 20 agosto scorso, - ha lasciato all’alba di ieri l’Hotel Janas dalla periferia del piccolo centro ai confini tra le province di Cagliari e Nuoro, da dove la scorsa settimana altri 47, dopo le loro proteste, erano stati riportati a Napoli.

I nuovi arrivati, in prevalenza famiglie di siriani e palestinesi in fuga dalla guerra (tra loro ci sono bambini e anziani) più due cittadini del Mali, un sudanese e un eritreo, hanno deciso di allontanarsi dal paese, che dista oltre due ore d’auto da Cagliari, perché considerato troppo isolato. Solo tre sono rimasti nell’albergo. A differenza dei 26 migranti malesi e dei 21 nigeriani protagonisti della clamorosa protesta della scorsa settimana, trasferiti con un pretesto da Napoli e già in possesso di un permesso di soggiorno provvisorio, i nuovi arrivati a Sadali non avevano neppure presentato richiesta di protezione internazionale in Italia, probabilmente perché intenzionati a farlo in uno dei Paesi del Nord Europa dove sperano di ricongiungersi a qualche familiare. La conferma arriva dal vice prefetto vicario di Nuoro Pietro Pintori. «Hanno varcato la porta dell'illegalità, allontanandosi volontariamente dalla destinazione offerta dal ministero come rifugiati politici - spiega il vice prefetto -. Dei 50 siriani, all'albergo di Sadali ne sono rimasti tre. Tutti gli altri non ci sono più e non hanno lasciato detto nulla. Del resto non possono essere obbligati a stare in un posto contro la loro volontà. Sono andati via con i loro mezzi - prosegue Pintori -. Lo fanno spesso certe etnie che hanno soldi e passaporto. Molti proseguono il loro viaggio da clandestini senza farsi identificare». Sulla «fuga» dei siriani da Sadali interviene anche il parlamentare sardo di Unidos Mauro Pili: «È una farsa di Stato senza precedenti, una vergogna. Chi paga tutto questo? - chiede l'ex governatore annunciando un'interrogazione urgente al ministro dell'Interno Angelino Alfano -. Aver trasportato con voli charter in Sardegna oltre 170 immigrati e poi dislocati in un resort nuovo, in una località così particolare, sprovvista di servizi di sicurezza e pronto intervento, è la dimostrazione di una gestione da dilettanti». «La gente è stanca di pagare spese inutili - dice il segretario generale del sindacato Uil di Polizia Pietro Sortino - il poliziotto, il carabiniere, è stanco di doversi sobbarcare lavoro straordinario soltanto perché un ben poco zelante funzionario del Dipartimento della polizia di Stato non ha il tempo e la professionalità, di saper organizzare un trasferimento di immigrati». Ieri sera intanto a Sadali il sindaco Romina Mura ha convocato un consiglio comunale per parlare della vicenda che sta interessando tutta la comunità.

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