Sadali, altri migranti in “fuga” dal paese
Il gruppo di stranieri ha lasciato l’hotel ieri mattina. Pili annuncia un’interrogazione: «Vergogna»
SASSARI. A Sadali non ci vogliono proprio stare. Un altro gruppo di migranti - cinquanta trasferiti da Augusta, in Sicilia, il 20 agosto scorso, - ha lasciato all’alba di ieri l’Hotel Janas dalla periferia del piccolo centro ai confini tra le province di Cagliari e Nuoro, da dove la scorsa settimana altri 47, dopo le loro proteste, erano stati riportati a Napoli.
I nuovi arrivati, in prevalenza famiglie di siriani e palestinesi in fuga dalla guerra (tra loro ci sono bambini e anziani) più due cittadini del Mali, un sudanese e un eritreo, hanno deciso di allontanarsi dal paese, che dista oltre due ore d’auto da Cagliari, perché considerato troppo isolato. Solo tre sono rimasti nell’albergo. A differenza dei 26 migranti malesi e dei 21 nigeriani protagonisti della clamorosa protesta della scorsa settimana, trasferiti con un pretesto da Napoli e già in possesso di un permesso di soggiorno provvisorio, i nuovi arrivati a Sadali non avevano neppure presentato richiesta di protezione internazionale in Italia, probabilmente perché intenzionati a farlo in uno dei Paesi del Nord Europa dove sperano di ricongiungersi a qualche familiare. La conferma arriva dal vice prefetto vicario di Nuoro Pietro Pintori. «Hanno varcato la porta dell'illegalità, allontanandosi volontariamente dalla destinazione offerta dal ministero come rifugiati politici - spiega il vice prefetto -. Dei 50 siriani, all'albergo di Sadali ne sono rimasti tre. Tutti gli altri non ci sono più e non hanno lasciato detto nulla. Del resto non possono essere obbligati a stare in un posto contro la loro volontà. Sono andati via con i loro mezzi - prosegue Pintori -. Lo fanno spesso certe etnie che hanno soldi e passaporto. Molti proseguono il loro viaggio da clandestini senza farsi identificare». Sulla «fuga» dei siriani da Sadali interviene anche il parlamentare sardo di Unidos Mauro Pili: «È una farsa di Stato senza precedenti, una vergogna. Chi paga tutto questo? - chiede l'ex governatore annunciando un'interrogazione urgente al ministro dell'Interno Angelino Alfano -. Aver trasportato con voli charter in Sardegna oltre 170 immigrati e poi dislocati in un resort nuovo, in una località così particolare, sprovvista di servizi di sicurezza e pronto intervento, è la dimostrazione di una gestione da dilettanti». «La gente è stanca di pagare spese inutili - dice il segretario generale del sindacato Uil di Polizia Pietro Sortino - il poliziotto, il carabiniere, è stanco di doversi sobbarcare lavoro straordinario soltanto perché un ben poco zelante funzionario del Dipartimento della polizia di Stato non ha il tempo e la professionalità, di saper organizzare un trasferimento di immigrati». Ieri sera intanto a Sadali il sindaco Romina Mura ha convocato un consiglio comunale per parlare della vicenda che sta interessando tutta la comunità.