La Nuova Sardegna

La Brigata Sassari torna nell’isola, conclusa l’ultima missione a Herat

di Luca Fiori
La Brigata Sassari torna nell’isola, conclusa l’ultima missione a Herat

Dopo dieci anni va in archivio per i “Dimonios” la più complessa operazione del dopoguerra. I militari sono stati accolti dal calore dei familiari sulla pista dell’aeroporto militare di Fertilia - FOTO

25 agosto 2014
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ALGHERO. Finisce nel cuore della notte tra sabato e domenica, tra abbracci con i parenti e lacrime di gioia sulla pista dell’aeroporto militare di Fertilia, quella che dovrebbe essere, con quasi assoluta certezza, l'ultima missione della Brigata Sassari in Afghanistan. Poco prima dell’una - con un’ora e mezza di anticipo rispetto al programma - l’aereo militare ha toccato la terra sarda, riportando a casa un centinaio di soldati e la bandiera di guerra dopo sei mesi di missione a Herat.

Ad accogliere il generale Manlio Scopigno e i suoi uomini è arrivato il sindaco di Sassari Nicola Sanna in fascia tricolore e subito dopo, ingannata dall’inatteso anticipo del volo, anche l’assessore regionale dell'Industria Maria Grazia Piras, delegata dal presidente Francesco Pigliaru per rappresentare la Giunta e portare il saluto ai Dimonios. Il primo cittadino di Sassari e l’assessore Piras hanno dialogato con il comandante della Brigata sulle attività dei “sassarini”, con la promessa di vedersi a breve nelle sedi istituzionali per gli incontri ufficiali». Ma ad accogliere le donne e gli uomini della “Sassari” c’erano soprattutto genitori, figli, mogli e fidanzate: con gli occhi lucidi, palloncini colorati e qualche maglietta celebrativa. Gli abbracci e le lacrime dei familiari sono l'ultimo fotogramma di una missione che per i «sassarini» era iniziata lo scorso febbraio. Ora sono finalmente a casa, dopo sei mesi dedicati principalmente a favorire il consolidarsi del processo di transizione del potere dalle forze della Nato al governo afghano e a predisporre il rientro degli uomini e dei mezzi usati dal contingente italiano in dieci anni di missione. Dopo gli abbracci con i parenti i militari sono saliti a bordo dei pullman e, prima del sciogliete le righe, sono rientrati a Sassari per rendere gli onori alla pluridecorata bandiera di guerra nella caserma «Gonzaga», sede del 152/o reggimento.

La giornata dei militari della Brigata e del loro comandante, il generale Manlio Scopigno, era iniziata con il passaggio di consegne alla «Brigata Bersaglieri Garibaldi», ultimo atto prima di lasciare Herat. Si conclude così la partecipazione della «Brigata Sassari» alla più vasta operazione logistica dalla fine della seconda guerra mondiale, che si chiuderà a dicembre. In questi sei mesi in Afghanistan, la “Sassari” ha garantito anche l'addestramento e il supporto delle forze di sicurezza locali. Durante la missione a Herat la Brigata ha assicurato la consulenza alle forze afghane, specialmente in occasione delle elezioni presidenziali del 5 aprile e del turno di ballottaggio del 14 giugno scorso. «In tali circostanze - ha sottolineato il generale Scopigno - le forze di sicurezza afghane hanno dato ampia dimostrazione di saper camminare con le proprie gambe, avendo avuto la meglio su quanti ancora seminano terrore e uccidono la speranza e continuando a lottare per l’unità, la libertà e la stabilità del proprio Paese». Durante la cerimonia di avvicendamento tra la Brigata Sassari e la Brigata Bersaglieri “Garibaldi” alla guida del Train Advise Assist Command West, il comando Nato multinazionale e interforze a guida italiana responsabile della missione Isaf (International Security Assistance Force), sono arrivati i complimenti del Capo di Stato Maggiore della Difesa, l'ammiraglio Luigi Binelli Mantelli: «La professionalità, l'audacia e lo straordinario spirito di abnegazione con i quali avete saputo svolgere il vostro mandato devono rendervi orgogliosi di ciò che avete realizzato».

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