La Nuova Sardegna

Giovanni Carroni interpreta Costantino Nivola

Giovanni Carroni interpreta Costantino Nivola

Porto Cervo, monologo con musiche in scena di Battista Giordano, la biografia di un grande artista

24 agosto 2014
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PORTO CERVO. All'interno della rassegna “Note d'Estate” mercoledì 27 nella piazzetta degli Archi a Porto Cervo alle 21,30. “Il segreto d’un figlio meraviglioso” liberamente tratto da “Memorie di Orani” di Costantino Nivola. Giovanni Carroni di Bocheteatro, con le muische in scena di Battista Giordano, interpreta l'artista Costantino Nivola, che ritorna per un'ora a raccontare la sua storia, sospesa tra gli umori delll'anticamera dell'Ade. Un viaggio della memoria che non viene solo dalla mente, ma viene dalle mani, dai piedi, dal naso, dagli occhi.

Il luogo/città dell'utopia è ripreso da Antine Nivola come narrazione letteraria nell'opera autobiografica “Memorie di Orani” dalla quale è tratto l'adattamento drammaturgico di Carroni, con alcune traduzioni in nuorese.

La poesia di Nivola è pari a una grande energia e, nonostante la “leggerezza” insita nel ritorno dall'ade di Costantino, il testo è carico di movimento, densità pittorica e figurativa. La sua vita e quella del paese di Orani acquistano un valore mitologico, e con loro tutta la Sardegna dei primi del secolo, povera e sofferta, in parte sconosciuta ai sardi stessi. Il suo infatti non è il materiale della “favola” ma materia del mito. Perché mito è il luogo della sua nascita, il grembo materno, è la pancia de su muru prinzu; opera emblematica, nella poetica di Costantino Nivola, “Figura femminile” ricavata dalla superficie di marmo dolcemente concava: «il muro panciuto della casa nascondeva sempre un tesoro, il pane piatto e sottile che si gonfiava al calore del forno, promessa che la nostra fame sarebbe stata appagata per sempre. Allo stesso modo la donna incinta nasconde nel suo grembo il segreto d'un figlio meraviglioso». La mancanza del pane crea ansietà e disperazione, poi con l'arrivo del grano la calma dopo la paura, il momento di bellezza nella tragedia.

Il dramma della fame è bandito in uno stato di pace. Nivola racconta dunque la tragedia e la bellezza, la disperazione e la pace, così come nelle sue creazioni tra antico e moderno: forme nuragiche e mediterranee, la densità dentro le intricate linee di New York o di Orani. Per un'ora ci regala una lezione di vita, di arte e di moralità, la stessa di cui è permeato il suo libro autobiografico.

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