La Nuova Sardegna

Ha l’Hiv ma non lo dice Infetta amico: arrestato

di Antonello Palmas
Ha l’Hiv ma non lo dice Infetta amico: arrestato

Un giovane di 34 anni di Ozieri nasconde al compagno d’essere sieropositivo L’amante sassarese resta contagiato, si rivolge ai carabinieri e lo denuncia

22 agosto 2014
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OLBIA. Ha nascosto al compagno di essere sieropositivo e ha avuto rapporti sessuali non protetti con lui, infettandolo con il virus dell’Hiv. Per questo motivo è stato arrestato nei giorni scorsi dai carabinieri di Olbia un uomo di 34 anni, nato a Ozieri: per lui la Procura di Tempio ha disposto l'ordinanza di custodia cautelare dei domiciliari. L'accusa è di lesioni personali aggravate. È quindi finita con una denuncia e il terrore di vedersi la vita stravolta dalla malattia la storia gay di due giovani che per motivi di lavoro si frequentavano a Olbia. A scegliere le vie legali è stato un cuoco del Sassarese. La vicenda sarebbe dovuta restare segreta, vista la delicatezza del caso, ma è trapelata ieri ed è stata confermata, pur mantenendo la massima riservatezza sull’identità delle persone coinvolte.

L’ozierese sapeva di essere sieropositivo, ma (per amore, o forse per egoismo?) ha nascosto la sua condizione al compagno, conosciuto nella città gallurese e con il quale aveva cominciato una relazione sentimentale andata avanti per qualche tempo. Quando un giorno il cuoco ha avuto bisogno di fare delle analisi, ecco la terribile sorpresa: era stato infettato dal virus dell’Hiv. Incredulità e smarrimento, quindi il contagiato ha avuto un confronto con il partner e i sospetti sono divenuti certezze: era stato lui a trasmettergli la temuta malattia, che nella fase acuta diviene Aids e può risultare letale. Per lui era evidente che il compagno sapesse e così ha deciso di denunciarlo. Una scelta sofferta, anche sotto il profilo sentimentale. Le indagini non sono state semplici, vista la delicatezza dell’argomento, e nei giorni scorsi ecco la svolta con l’ordine di arresto da parte della Procura tempiese, eseguita dai carabinieri.

E anche la fase giudiziaria successiva si preannuncia piena di insidie. Occorrerà dimostrare che il contagio è avvenuto a causa dei rapporti tra i due e che l’ozierese fosse davvero consapevole di essere portatore del virus. Ma si dovrà anche stabilire se siamo in presenza di colpa o di dolo eventuale (quando si accettano i possibili danni altrui per un atto pericoloso). La casistica dice che per i giudici conta anche il numero di rapporti non protetti avuti per valutare la volontà di accettare l’eventuale contagio. La giurisprudenza, in casi simili, spesso non è stata tenera con chi non ha avuto il coraggio di astenersi o prendere precauzioni, arrivando a condanne piuttosto pesanti.

Di recente l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) ha lanciato un allarme: il rischio di contrarre la malattia tra i gay è ben 19 volte più alto che tra gli eterosessuali a causa delle modalità dei rapporti. Si è infatti constatata una recrudescenza nei contagi all’interno del mondo omosessuale, che lascia temere un’esplosione della malattia. Il consiglio che è stato dato è di natura preventiva: assumere farmaci retrovirali e fare uso dei profilattici. Il rischio si abbasserebbe del 25 per cento e si eviterebbero – è stato calcolato – un milione di contagi in dieci anni.

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