La Nuova Sardegna

Dalla sicurezza all'agricoltura: i droni ci portano nel futuro

di Alessandro Pirina
Dalla sicurezza all'agricoltura: i droni ci portano nel futuro

Uno dei dodici professionisti italiani che può far volare le telecamerine volanti con licenza Enac  è il sassarese Roberto Mecchia

22 agosto 2014
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SASSARI. La notizia che Amazon, colosso delle vendite online, è pronto a mettere su una flotta di droni per le consegne a domicilio ha fatto credere a qualcuno che il mini velivolo senza pilota possa già essere utilizzato per le più svariate finalità. E così c’è il pub che vorrebbe il drone per la consegna di pizze e panini a domicilio. E ci sono i pescatori che vorrebbero addirittura fargli trasportare al largo le lenze per prendere i calamari. Queste richieste assurde, folli - ma, chissà, forse solo per ora - sono state fatte a Roberto Mecchia, titolare della Sardinia Multirotors di Sassari, che da 4 anni si è specializzata nella costruzione di droni. All’inizio la sua era solo una passione. Anzi due. L’aeromodellismo da una parte, le tecnologie di ultima generazione dall’altra. In poco tempo è diventato un lavoro a 360 gradi, tanto che oggi Mecchia è uno dei soli 12 operatori professionisti in Italia che hanno ottenuto la licenza dall’Enac per poter utilizzare i droni. «Fino ad aprile era un far west – racconta –. Non esisteva una regolamentazione e chiunque poteva usarli come e quando voleva. Tra i super ricchi soprattutto c’era una corsa al drone. Dalle zone più esclusive, la Costa Smeralda su tutte, arrivavano molte richieste che oggi, in seguito alla nuova normativa, per fortuna non possono essere più soddisfatte. Fino a qualche mese fa chiunque, dal fotografo al fabbro, si poteva comprare un elicotterino e poteva guidarlo senza conoscere le regole sulla sicurezza».

I droni nascono in ambito militare, sia a scopi di spionaggio che di bombardamento, ma da qualche anno hanno invaso qualsiasi altro campo. Ed è questo che ha spinto Mecchia a trasformarsi in creatore di droni. «All’inizio i mini apparecchi erano usati soprattutto nel campo della promozione turistica, perché permettevano di raccontare il mondo da un’altra prospettiva, unica e capace di emozionare chiunque». Il ricorso al drone era di nicchia, solo i big del turismo chiedevano riprese con i piccoli velivoli radiocomandati. Lo scenario di oggi è completamente diverso. «Se prima le richieste arrivavano quasi esclusivamente dalle zone turistiche più esclusive, oggi anche il singolo paesino vuole le riprese effettuate con il motorotore per promuovere la sua festa o la sua sagra. E infatti oggi lavoriamo tutto l’anno, non più solo in estate».

I droni, dunque, ormai hanno invaso tutti i settori. Anche quelli che fino a poco tempo fa erano i più impensabili. «L’agricoltura per esempio – dice Mecchia –. I mini elicotteri vengono usati anche per ispezioni sensoristiche, per monitorare gli effetti di fertilizzanti, diserbanti e pesticidi. Cose che prima venivano effettuate con gli aerei». Un discorso che vale anche per altri campi, come la pubblica sicurezza, dove spesso le forze dell’ordine si fanno aiutare dai droni. «In questi anni ho avuto diverse richieste da polizia e carabinieri per poter usare i motorotori per la lotta agli stupefacenti o per le ispezioni contro l’abusivismo edilizio. Non si sono concretizzate, ma solo perché la normativa era ancora un po’ troppo oscura».

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