La Nuova Sardegna

Viaggio nel fiume, a due passi dal mare

Viaggio nel fiume, a due passi dal mare

Valledoria, un turismo diverso tra aironi cinerini, martin pescatore, sgarze e falchi di palude

20 agosto 2014
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VALLEDORIA.

Aironi bianchi e mucche: un quasi ossimoro della natura.

La pesante forza della lentezza terrena e l'aerea leggiadria dell'etere .Osmosi inaspettata. Questa è solo una delle tante meraviglie alle quali si può assistere la sera, risalendo a ritroso un tratto del fiume Coghinas con il battello di Giosuè.

Per questa specie di aironi è una condizione del tutto normale appollaiarsi alle costole dei buoi, poichè si cibano degli insetti che vi ruotano attorno; a volte è possibile assistere alla scena in cui qualcuno di loro effettua persino una vera e propria pulizia facciale dei grossi animali.

Aironi guardabuoi vengono chiamati , appunto.

Dopo aver adunato un equipaggio sonnacchioso dall'aria improbabile, si sale in battello verso le sei.

Dalle prime battute sul vento della serata capisci subito che Giosuè non sarà una delle tante guide che recitano un mantra ritmico attanagliato in una ripetizione monocorde.

Capisci che il viaggio sarà anche il suo, e ti stupisci per come possa esserlo ancora, dopo anni ormai ( ben otto) di percorrenza dello stesso tratto

E' un battesimo continuo, quello con il fiume, per Giosuè.

Dopo il primo chilometro di rettilineo, il sipario si apre su una danza di anse sinuose in cui la vegetazione comincia ad arricchirsi : tamerici, canneti, tifa e giunchi .

Le sponde della laguna sono punteggiate da folaghe e gallinelle di ogni età. Libellule giganti volano a pelo d'acqua in ogni direzione.

A destra si staglia monte Ruju con il suo profilo dormiente dalla stridente asprezza e per tutto il viaggio farà capolino sull'acqua, ad ogni cambio di direzione, come a ricordare al visitatore occasionale che questo non è che un inizio, che egli non vedrà che una piccola parte, che non tutto gli sarà svelato.

Dopo qualche minuto Giosuè scatta, fa il primo avvistamento, spiega bene all'equipaggio la direzione da inquadrare : c' è un airone cenerino.

Qualcuno non riesce a vederlo, ma viene subito rassicurato, tra qualche ansa ne troveremo degli altri.

L'acqua in un punto diviene completamente dolce, sparisce quell'ibrido iniziale invisibile agli occhi profani : i salici bianchi ne sono testimoni autorevoli.

Qui si fa la conoscenza anche con la salcerella in fiore, dalle proprietà cicatrizzanti e astringenti, già apprezzate in epoca romana. Ma ciò che sorprende è che il “marinaio” conosce bene anche i punti in cui la pianta cresce più rigogliosa a causa di un miglior riparo dal vento.

Ecco anche la sgarza ciuffetto e il gheppio . Giosuè racconta il carattere di queste specie come se fossero personaggi di una commedia classica, ne conosce virtù e difetti, ne prevede le postazioni, ne anticipa i movimenti.

Il viaggio prosegue con lo spettacolo offerto dal volo di un falco di palude e da quello di un airone rosso.

Solo gli occhi liquidi della guida, però, hanno la fortuna di vedere per un istante il fulmineo martin pescatore .

Il vento per incanto cala, anche questo , come promesso.

La vita del fiume regala ancora il saluto di uno stormo di aironi guardabuoi che migrano verso il riposo notturno e la visione di numerosi fraticelli che pigolano e picchettano il suolo sabbioso della foce a difesa di uova e piccini .

Il viaggio è concluso e non si credere che tale incanto sia stato sempre possibile all’insaputa di molti.

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