La Nuova Sardegna

«Il bimbo piangeva, il parroco mi ha cacciata dalla messa»

di Valeria Gianoglio
«Il bimbo piangeva, il parroco mi ha cacciata dalla messa»

La denuncia di una mamma in vacanza a San Teodoro. Il parroco ribatte: «Non l’ho cacciata, le ho detto di tranquillizzare il figlio fuori e poi rientrare»

20 agosto 2014
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SAN TEODORO. «Cacciata dalla messa, mi ha proprio cacciata, solo perché secondo lui non sono riuscita a tranquillizzare il mio bambino», dice lei. «Non ho cacciato nessuno, ci mancherebbe – dice lui – ho solo cercato di ricondurre al buonsenso una mamma e di riuscire a far sì che la messa mantenga quel clima che dovrebbe sempre avere, anche in un luogo difficile come può essere d’estate San Teodoro».

Chiesa gremita, almeno un centinaio di persone che affollano il rito festivo, molti turisti presenti alla celebrazione, diverse mamme e papà con i loro piccini. Sono le 11 di domenica scorsa quando nella parrocchia di San Teodoro, l’omelia sul passo del vangelo secondo Matteo si trasforma in un botta e risposta dai toni decisi tra il sacerdote, don Mauro Moretti, e una delle mamme presenti. E poco dopo, proprio quello scambio di vedute, approderà anche in una lettera inviata al vescovo di Olbia-Tempio, Sebastiano Sanguinetti.

«Ero in chiesa con i miei due bambini e i nonni – racconta Rossana Cara, giovane nuorese che trascorre da anni le ferie a San Teodoro con la sua famiglia – quando il parroco, don Mauro Moretti, ha cominciato a riprendere i genitori presenti per chiederci di far stare zitti i nostri bambini. Io ho cercato, ovviamente, di tranquillizzare mio figlio, e pensavo che fosse finita lì se non fosse che il parroco, a un certo punto, ha interrotto l’omelia e rivolgendosi a me ha detto «Vai via, esci dalla chiesa». Giuro: mio figlio in quel momento stava sì parlando, ma non era certo un rumore così forte da giustificare la cacciata dalla chiesa. E poi non era certo quello il modo di dirlo. Io allora mi sono alzata e al sacerdote ho detto «Gesù non ha detto così, ha detto lasciate che i bambini vengano a me». E sono andata via, mentre la gente applaudiva il sacerdote. Il fatto è che era stato lui a sollecitare la platea, ha coinvolto gli altri fedeli «Diteglielo anche voi, che i bambini sono esonerati dalla messa». All’uscita poi, diverse persone mi hanno sostenuta, mentre altre mi hanno aggredito in malo modo. Mi sono sentita umiliata, e in modo ingiusto: non è questo modo di trattare i fedeli, le mamme e i bambini. Basta vedere il nostro Papa. Quella di domenica è stata una scena tristissima, che certo non invoglia a frequentare la casa del Signore. So che prima di me era successo anche con altre mamme».

Parroco da due anni a San Teodoro, don Mauro Moretti, a sentire il racconto della mamma che lo chiama in causa, mantiene la calma e dice anche lui la sua. Precisa che no, non ha mai pronunciato le parole «Via dalla chiesa», ma solo un più accomodante «Signora, si allontani un attimo dalla chiesa e cerchi di tranquillizzare suo figlio», perché altrimenti, spiega «le centinaia di fedeli presenti alla celebrazione non avrebbero potuto seguire».

«Lo dico in modo sereno – aggiunge – ma non è facile tenere un clima consono alla celebrazione in un centro come San Teodoro, che d’estate quadruplica le sue presenze, e anche in chiesa se ne vedono di tutti i colori, e intendo caos, rumore, via vai continuo. Anche domenica sono stato costretto a intervenire, e non avrei voluto, avrei preferito che la mamma si accorgesse da sola che era il caso di uscire dalla chiesa per tranquillizzare il bambino e consentire agli altri di seguire la celebrazione. Purtroppo non lo ha fatto da sola, così sono stato costretto a chiederle di allontanarsi per un attimo, ma non la volevo certo cacciare. Volevo solo che capisse che quando un bambino si agita, è inutile costringerlo a non farlo, è meglio portarlo fuori per farlo sfogare. È una questione di buonsenso, ma le porte della chiesa sono e resteranno sempre aperte».

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