La Nuova Sardegna

Chirurgia plastica, nell’isola è boom tra le quarantenni

di Alessandro Pirina
Chirurgia plastica, nell’isola è boom tra le quarantenni

L’Italia è settima al mondo per numero di interventi. In aumento le richieste delle giovanissime e degli uomini

18 agosto 2014
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SASSARI. L'Italia nel G7 della chirurgia plastica. Settima al mondo per numero di seni rifatti e liposuzioni. Un po' indietro rispetto a Germania e Spagna, ma più avanti di Francia e Gran Bretagna. Un piazzamento importante che conferma come la penisola, con oltre 190mila interventi, sia uno dei paesi chiave per il settore della medicina estetica. Uno scenario in cui gioca il suo ruolo anche la Sardegna, dove in questi ultimi trent'anni si è registrato un vero e proprio boom di seni straripanti, labbra a canotto, zigomi gonfiati e volti tirati.

«Nei paesi in cui c'è il sole si fa molto più ricorso alla chirurgia plastica, perché ci sono più occasioni per mettere in mostra il fisico. Ai primi posti della classifica mondiale infatti ci sono Stati Uniti, Brasile, Messico, Colombia. L'isola non è di certo a quei livelli, ma anche qui i numeri sono decisamente molto alti».

Il chirurgo estetico Giorgio Londei arriva da Padova, ma la Sardegna la conosce molto bene. E non solo perché il nonno, maresciallo dei carabinieri, era di Tula. A metà degli anni Ottanta, infatti, quando la medicina estetica iniziò a non essere più appannaggio solo di ricchi e star del cinema, lui decise di aprire uno studio ad Alghero. «Era un'altra Sardegna però, non c'era mercato. Allora era impensabile che una donna potesse fare ricorso al lifting».

Gli interventi nell’isola. Trent'anni dopo la situazione si è capovolta. Oggi, a detta di Londei, che nell'isola ha tre studi a Cagliari, Sassari e Olbia, la Sardegna si presenta molto più aperta alla chirurgia estetica. «Per quanto riguarda gli interventi – spiega il medico, membro dell’Aicpe, l’associazione dedicata esclusivamente all’aspetto estetico della chirurgia – l'isola è in linea con il resto d'Italia. Il più diffuso è l'aumento del seno, seguito da liposuzione e blefaroplastica. Quello che invece è del tutto diverso è l'approccio all'intervento, qui molto più audace. Io opero sia a Padova che in Sardegna. In Veneto la donna che viene a rifarsi il seno sembra quasi vergognarsi dell'intervento, chiede espressamente che non si vedano differenze tra il prima e il dopo. Nell'isola accade l'opposto. Anzi, più si vede e meglio è. Ma non solo. Capita di frequente che la paziente accompagni un'amica per fare anche lei un intervento. In Veneto non sarebbe possibile, perché nessuno deve sapere che si è rifatta le tette. Neanche la migliore amica».

Per Londei, comunque, l'isola non è un tutt'uno. «Le cagliaritane sono più smaliziate ed esperte sul tema. Sarà che dopo il monopolio dei primi anni oggi c'è tanta concorrenza, ma arrivano preparate, sanno già tutto su intervento e costi. Magari prima di decidere si rivolgono anche a tre medici diversi».

Donne di tutte le età. A bussare alla porta del dottor Londei è gente di tutte le età. Donne con i capelli argentati che vorrebbero cancellare gli anni a colpi di bisturi, ma anche giovanissime in perenne conflitto con lo specchio. «Tra le mie pazienti c'è di tutto. Le più giovani di solito chiedono di eliminare difetti di natura congenita. Come seni microscopici, orecchie prominenti, gobbe al naso. Negli ultimi anni sono aumentate le richieste delle quarantenni, che non sono le stesse di trenta anni fa. Oggi sono rampantissime, non hanno intenzione di lasciarsi andare, anche perché spesso, causa separazione, devono rimettersi in gioco. Ma nessuno immagini che vogliano tettone enormi, labbroni, zigomi giganti. Quello è un messaggio veicolato male dai media. Anzi, la maggior parte delle donne sono terrorizzate da quell'idea. C’è anche chi si riduce le misure. Gli eccessi sì, esistono, ci sono quelle che chiedono seni molto appariscenti, che vogliono una sesta o una settima. Ma io mi rifiuto, anche perché un lavoro siffatto, oltre a essere pericoloso, fa anche pessima pubblicità al medico che l'ha eseguito».

Uomini in aumento. Crescono anche gli uomini che fanno la fila dal chirurgo plastico. Un boom in linea con quello della stessa medicina estetica. «Sono aumentati gli interventi in termini assoluti, e quindi anche gli uomini che vi fanno ricorso. Rispetto al passato sono molto più numerosi quelli che fanno trattamenti estetici, che si fanno la ceretta o le sopracciglia, che comprano più creme o profumi. Oggi l'uomo si è un po' più effeminato. Quanto agli interventi il trapianto di capelli è appannaggio quasi maschile, la rinoplastica, invece, è 50 e 50 con le donne. Mentre è molto difficile che un uomo si faccia fare un lifting. Come è quasi impossibile che l’uomo si presenti con una rivista per chiedere di essere trasformato in un divo del cinema. Di donne così invece ce ne sono parecchie. Vogliono il sedere della velina, le tette della cantante, il naso della modella della pubblicità. Queste pazienti sono il terrore di ogni chirurgo».

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