Beppe Severgnini: sguardo antropologico sulla Costa Smeralda
L’arte impossibile da rubare, la magia dei ginepri e del mirto
Beppe Severgnini è un giornalista di quelli che sanno come va il mondo. È editorialista del “Corriere della Sera” dal 1995, ha lavorato per “The Economist”, scrive per “The New York Times”. E conosce la Sardegna da decenni.
«Ci vengo dal 1973 – racconta – da quando mio padre costruì due casette che sono ancora praticamente le stesse. Una a Rena Majore (Aglientu), e una a Santa Teresa di Gallura dove faccio ormai parte del paesaggio». Un turista molto poco stagionale, a differenza di tanti altri. «Ci torno tutte le stagioni – dice il giornalista –. Ho presentato sull'isola tutti i miei quindici libri».
Ha raccontato delle giornate di maestrale in Gallura, in attesa dell’estate che non arriva: la mattina sulla battigia tra bandiere rosse e meduse spiaggiate. Ha ripercorso l’isola col figlio ventenne su due moto. «Ricordo quando alla sua età ero qui, e tutto sembrava nuovo e lucido, e le moto erano parcheggiate qui davanti come cavalli fuori dal saloon». E nel suo sito si possono leggere i 45 buoni motivi per amare la Sardegna. Nel 2010 ha vinto il Premio Navicella Sardegna di Castelsardo. «Sulla strada per Castelsardo sembra di essere in Colorado – raccontò – e in più c'è il mare a destra». In quell’occasione Geppi Cucciari – che veniva premiata con lui – decise di farlo diventare “sardo ad honorem”.
I consigli
Ecco il vademecum di Beppe Severgnini per conoscere un po’ di più un’isola che pare ormai votata al turismo mordi e fuggi.
Per i poeti
Andare nel paradiso terrestre di Montirussu (Aglientu), pensare che volevano portarci centomila metri cubi di inutile cemento e ringraziare mentalmente chi l'ha impedito (sardi e continentali insieme).
Per gli investigatori
Scoprire dov'è la proprietà vista mare che un dirigente pubblico regionale ha assegnato a se stesso (affitto mensile: un euro).
Per gli antropologi
Andare in Costa Smeralda a vedere alcune specie turistiche in estinzione: calciatori, russi, dirigenti di Forza Italia.
Per i sognatori
Andare a Bosa e immaginare di comprare un appartamento sul fiume, come migliaia di stranieri e settentrionali prima di voi.
Per i buongustai
Esplorare il Sulcis e sedersi da soli su una spiaggia lunga un chilometro.
Per i filosofi
Osservare i ginepri, e capire che sono la versione botanica (e contorta) dei nuraghi: roba solida, che dura.
Per gli esploratori
(accompagnati)
Leggere "Bellas Mariposas" di Sergio Atzeni, vedersi il film di Salvatore Mereu e poi visitare il quartiere di Sant'Elia a Cagliari (prossimo a grandi cambiamenti, pare).
Per gli artisti
Andare al tramonto a San Sperate da Pinuccio Sciola, e ammirare distese di opere d'arte che nessuno ruberà mai: troppo pesanti. E poi quella pietra parla: denuncerebbe subito i colpevoli.
Per i coraggiosi
Bersi un mirto ghiacciato e poi imitare l'accento sardo, raddoppiando tutte le consonanti. Poi però gli amici sardi imitano voi quando provate su ballu tundu. Allora sì che c'è da ridere.