La Nuova Sardegna

La strage dei fenicotteri: uno ucciso a colpi di fucile

di Gianni Bazzoni
La strage dei fenicotteri: uno ucciso a colpi di fucile

I veterinari insieme ai tecnici dell’Arpas hanno prelevato campioni su alcuni resti Sulla carcassa di uno degli uccelli recuperati trovate ferite da arma da fuoco

14 agosto 2014
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SASSARI. Una decina di fenicotteri rosa morti, alcuni da qualche tempo, altri da pochi giorni. Questo lo scenario che si sono trovati davanti ieri mattina i veterinari del servizio di Sanità animale dell’Asl di Sassari che hanno effettuato un sopralluogo allo stagno di Pilo insieme ai colleghi dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale e ai tecnici dell’Arpas. Sono stati prelevati diversi campioni che serviranno per eseguire gli esami tossicologici sulle carcasse dei fenicotteri e sull’acqua.

L’obiettivo è quello di stabilire le cause che hanno provocato la moria della specie che frequenta la zona umida e accertare eventuali responsabilità.

Prime conferme. Intanto dai primi risultati emergono particolari inquietanti. Sulla carcassa del fenicottero trovato nel canneto, infatti, i veterinari hanno trovato ferite da arma da fuoco: «Non erano visibili lesioni anatomopatologiche riferibili alle comuni malattie infettive – ha detto il veterinario del servizio di Sanità animale dell’Izs sardegna Giovanni Antonio Carboni – abbiamo riscontrato, invece, lesioni causate da pallini, principalmente alla regione del petto, con interessamento dei polmoni e del fegato».

Analisi. Gli esami tossicologici in corso sui campioni prelevati dall’acqua dello stagno e sugli altri fenicotteri morti serviranno per capire se gli animali sono stati interessati da un fenomeno di avvelenamento la cui origine non è al momento conosciuta. Ci sono, comunque, alcune ipotesi sulle quali si sta lavorando.

Scarichi. Da tempo esiste il problema degli scarichi dei reflui della frazione di Pozzo San Nicola che finiscono nel rio d’Issi che a sua volta confluisce nello stagno. Una situazione che dovrebbe risolversi quando il Comune di Stintino definirà l’adduzione al depuratore.

Poca acqua. Il livello d’acqua nello stagno è sceso fino a toccare livelli inferiori rispetto alla media stagionale. Lo stagno è frequentato da diverse specie di uccelli acquatici che sostano per bere acqua dolce in entrata, ormai ridotta a un rivolo. Gli esami dovranno chiarire se in presenza di poca acqua e senza un ricambio (è chiuso il collegamento con il mare) la prevalenza di sostanze tossiche possa avere causato l’avvelenamento dei fenicotteri che aspirano e inghiottono le sostanze dannose.

Appello del Wwf. È stato il Wwf provinciale di Sassari, attraverso Alberto Fratus, che conosce molto bene le zone umide del territorio a lanciare l’allarme e a chiedere che vengano adottati interventi immediati per superare l’allerta ambientale. In particolare, secondo l’associazione ambientalista, la cosa più semplice sarebbe quella di scavare un canale - in presenza di marea favorevole - per fare entrare acqua di mare in modo da riossigenare e raffreddare quella dello stagno di Pilo.

Le indagini. Il fatto che l’esame autoptico sull’unico esemplare arrivato all’Istituto Zooprofilattico abbia fatto emergere la presenza di ferite da arma da fuoco, apre un fronte investigativo che vedrà impegnati gli agenti del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Regione. In quell’area, infatti, già in passato era stata segnalata la presenza di bracconieri e cacciatori di frodo. Non è improbabile che il fenicottero trovato morto nel canneto sia stato sparato mentre barcollava, già provato da altri fattori che potranno essere chiariti solo dagli esami tossicologici.

L’analisi dell’acqua, tra l’altro, servirà anche per stabilire se nello stagno esistono ancora condizioni ottimali per le altre specie di uccelli che frequentano la zona umida.

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