La Nuova Sardegna

Qatar: ecco la nuova Costa più cultura, meno cemento

di Serena Lullia
Qatar: ecco la nuova Costa più cultura, meno cemento

Lo sceicco Hamad Al Thani: «Non sono un hotel in più o i metri cubi a interessarci Puntiamo ad allungare la stagione e conservare lo stile unico di questo posto»

13 agosto 2014
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PORTO CERVO. Una Costa Smeralda più verde-natura e meno grigio-cemento. Lo sceicco del Qatar, Hamad bin Jassim bin Jaber Al Thani, dedica una buona fetta dei 35 minuti di conversazione con il sindaco di Arzachena, Alberto Ragnedda, alla sua personale dichiarazione d’amore alla bellezza delle coste e della natura sarda. E in modo netto spiega che il progetto di sviluppo della nuova Costa Smeralda non potrà essere fatto solo di mattoni. «Il nostro investimento non può ridursi a una stagione lunga 40 giorni – ha detto lo sceicco Hbj nel faccia a faccia a bordo dell'Al Mirqab, yacht extra lusso da 133 metri ormeggiato in rada, nella baia di Cala di Volpe –. Bisogna allungare il periodo di permanenza dei vacanzieri con interventi collaterali al mattone. Non è un albergo in più che può cambiare lo stato di fatto, ma tutte quelle strutture collaterali al turistico-ricettivo, quindi grandi eventi in tutti i settori, dalla musica al cinema allo sport alla nautica».

No agli scempi. Sheikh Hamad è un uomo dal ruvido pragmatismo, ma anche dalla grande sensibilità. Sorride quando il sindaco Ragnedda gli offre in dono il libro sui rapaci sardi, quasi si emoziona quando parla della Costa Smeralda. Un altro reale che subisce l'incantesimo di Porto Cervo. «Ci sono tante località nel mondo che frequento e amo – afferma – e che mai vorrei vedere deturpate dal cemento o da cattivi investimenti. Nel mio cuore in cima a questi posti c'è la Costa Smeralda. Da molti anni vengo qui e non posso che immaginare la conservazione di questa bellezza. Confermo la nostra volontà a investire su questo territorio, ma con un approccio che sia di grande attenzione all'ambiente».

Architettura da salvare. Garantito anche il rispetto delle linee architettoniche della 50enne signora del turismo. Tra i punti di contatto con il sindaco di Arzachena c’è la volontà di non snaturare lo stile che ha reso un mito Porto Cervo. Per non inciampare in grossolani errori – come quelli dei primi progetti di ristrutturazione di alcune case di campagna e la loro trasformazione in ville super lusso –, il Qatar si dice pronto a coinvolgere i professionisti locali. E a condividere il piano di rinascita di Porto Cervo non solo con le comunità locali, ma anche con la Chiesa. La richiesta del primo cittadino di tenere in considerazione il dialogo con la chiesa di Arzachena, è stato accolto con favore da Hbj.

Per ora solo filosofia. Lo sceicco, cugino di Hamad bin Khalifa Al-Thani, l’emiro emerito che aveva lasciato il trono al quarto figlio Tamim Bin Hamad Al Thani, traccia le linee guida di un progetto tutto da riscrivere. Almeno questa è la dichiarazione di intenti di uno degli uomini più potenti del Medioriente, ex primo ministro e ministro degli Esteri del Qatar, padre dell'investimento in Costa Smeralda sin dal 2012.

Regole certe. Ma perché la filosofia diventi pratica bisognerà aspettare l'autunno. Per allora la Regione, che con il Qatar intrattiene da alcuni mesi interessanti colloqui e non solo per il San Raffaele, presenterà l'aggiornamento del Piano paesaggistico. «Abbiamo condiviso con lo sceicco un principio molto importane – commenta il sindaco Ragnedda –. Bisogna progettare sulla base di regole certe e non pensando di modificarle. Quando ci sono delle norme non si deve puntare a cambiarle, ma a rispettarle». Una volta definito il quadro normativo il Qatar potrà cominciare a lavorare su un nuovo piano di sviluppo che declini in modo concreto, e questa volta fattibile, i concetti filosofici esposti dallo sceicco.

Percorso inverso. La prima bozza di piano presentata nel 2012, 1 miliardo di euro per 500mila metri cubi, era da cestinare al 70 per cento perché contraria alle regole del ppr. L'allora governatore Ugo Cappellacci annunciò che avrebbe cambiato le norme per dare il via libera al piano. Adesso il Qatar, scottato dalle illusioni del passato ci riprova, ma facendo il percorso contrario. Prima le regole urbanistiche certe della Regione e poi la definizione di come dare una seconda vita al borgo delle stelle.

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