La Nuova Sardegna

Morìa di fenicotteri rosa nello stagno di Pilo, l’allarme del Wwf

di Gianni Bazzoni
Morìa di fenicotteri rosa nello stagno di Pilo, l’allarme del Wwf

La causa sarebbe l’abbassamento del livello dell’acqua all’interno della zona umida che avrebbe provocato la proliferazione di vegetazione tossica. Gli ambientalisti: a Fiume Santo subito una soluzione - FOTO

13 agosto 2014
3 MINUTI DI LETTURA





a

SASSARI. Muoiono i fenicotteri nello stagno di Pilo, tra la spiaggia di Fiume Santo e quella di Ezzi Mannu piena di bagnanti. Una decina gli esemplari scoperti negli ultimi giorni, ma la situazione sembra destinata a peggiorare se non verranno adottati interventi urgenti e adeguati per fronteggiare l’allerta ambientale. Il problema non è nuovo, si era già presentato negli anni scorsi, seppure con un impatto meno evidente. L’emergenza è rappresentata dal livello dell’acqua che si è abbassato fino a raggiungere valori inferiori alle media stagionale. Anche perché - a quanto pare - in primavera è stato aperto un collegamento con il mare, quando la quota d’acqua nello stagno era superiore.

FOTO Le immagini dei fenicotteri rosa avvelenati

«In questi giorni si sta verificando una moria di fenicotteri – racconta Alberto Fratus che fa parte del Wwf di Sassari e da anni frequenta e studia le specie presenti nello stagno e in altre zone umide del territorio –; sabato ne ho contati sette, lunedì ne ho visto uno morire in diretta. Sono visibili nell’insenatura dove si immette il Rio d’Issi (quello che si attraversa con la strada provinciale, alla fine della discesa dopo il bivio per la centrale E.On in direzione di Pozzo san Nicola). È lì, infatti, che si recano varie specie di uccelli per bere acqua dolce in entrata, ormai ridotta a un rivolo». Cosa sta succedendo, quindi? Il fenomeno sembra simile a quello dello scorso anno, quando era stato interessato anche l’Istituto Zooprofilattico. Nella poca acqua presente, infatti, prolifera vegetazione acquatica e con le alte temperature di questo periodo e la scarsa ossigenazione, è molto probabile che si generino delle sostanze tossiche, letali per i fenicotteri che le aspirano e le inghiottono. Serve un intervento urgente. Il Wwf di Sassari, tramite Alberto Fratus, sostiene che la cosa più semplice e rapida possa essere quella di «scavare un piccolo canale, in presenza di marea favorevole, e fare entrare acqua dal mare. L’accorgimento consentirebbe così di riossigenare e raffreddare le acque interne dello stagno». Nelle immagini scattate da Alberto Fratus, la documentazione drammatica di quello che sta accadendo nello stagno che ha un bacino di 120 ettari ed è considerato «biotopo di rilevante interesse vegetazionale meritevole di conservazione (Gruppo conservazione della Natura, 1971). Tra l’altro inserito, nel 1989, tra le aree costiere di rilevante interesse botanico nella redazione dei Piani paesistici della Sardegna e nel sistema di «Aree di interesse botanico per la salvaguardia della biodiversità floristica della Sardegna ( 1995)».

a

Nello scatto di sabato 9 agosto, all’alba, si vede una volpe che si avvicina a un fenicottero morto, lo annusa a lungo e poi si allontana, quasi con rispetto. In un’altro - domenica alle 8,30 - l’agonia di un altro esemplare ormai condannato a morte. Fino al 1960 lo stagno era di proprietà del conte Enrico Lucangeli che lo aveva acquistato per destinarlo a riserva di caccia, i proprietari attuali invece sono gli eredi Bucci Casale che - secondo le ultime informazioni - vivono in Australia. La sua posizione defilata, anche rispetto alla centrale di Fiume Santo che sorge a poche centinaia di metri di distanza, lo stagno di Pilo è sfuggito all’attenzione del turismo di massa. Oggi serve una azione importante per bloccare la morìa dei fenicotteri che va avanti da giorni.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
L’industria delle vacanze

Tassa di soggiorno, per l’isola un tesoretto da 25 milioni di euro

Le nostre iniziative