La Nuova Sardegna

L’ultima chiamata della vittima: «Aiuto»

di Nadia Cossu
L’ultima chiamata della vittima: «Aiuto»

Poco prima di essere aggredita Giovanna Serusi ha telefonato a una figlia: «Vieni subito a casa, tuo fratello è agitato»

13 agosto 2014
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SASSARI. Si è accorta che quel figlio stava per dare in escandescenze. Una madre sa leggere gli occhi di chi mette al mondo, sa interpretarne i gesti. Giovanna Serusi aveva 83 anni ma era una donna molto lucida e attenta. All’improvviso, lunedì mattina, ha avuto paura di suo figlio. Terrorizzata, ha trovato la forza di prendere il telefono e chiamare la figlia: «Vieni subito a casa, tuo fratello è strano». La sorella di Gianni Cadau è volata verso via Donadu, nella parte alta di Nulvi, col cuore in gola e l’angoscia che potesse essere accaduto qualcosa di terribile. Purtroppo è arrivata tardi, non ha fatto in tempo a fermare la mano di suo fratello, lui non c’era già più quando lei ha aperto la porta di casa e ha trovato la mamma a terra, con la testa fracassata e ricoperta di sangue. Giovanna respirava ancora ma era in condizioni disperate e non ce l’ha fatta a sopravvivere. Nel frattempo Gianni, pizzaiolo di 40 anni, si costituiva nella caserma dei carabinieri del paese.

Emergono nuovi dettagli all’indomani dell’omicidio che ha scosso l’intera comunità di Nulvi. Gianni Cadau, al rientro dalla Corsica dove da due anni lavorava in un ristorante, ha ammazzato sua mamma colpendola più volte alla testa con un tronco che ha preso tra il mucchio di legna accatastata nella cucina rustica al piano terra della casa a due piani. Lo ha fatto senza un’apparente spiegazione. Il quarantenne da tempo soffre di problemi psichici e prendeva anche delle pastiglie per curarsi. Non aveva voluto vedere subito la madre appena arrivato in paese e infatti aveva passato la notte a casa di una sorella. Lei però aveva chiesto di lui agli altri figli: «Portatelo, voglio salutarlo». Cosa sia accaduto in quella stanza al pian terreno lo sa soltanto Gianni Cadau. Ma al momento non può spiegarlo. Interrogato dal magistrato Mario Leo e dai carabinieri del nucleo investigativo, l’uomo ha solo farneticato. Anche ieri mattina era in stato confusionale quando il suo avvocato d’ufficio Antonella Pulina lo ha raggiunto in carcere per l’udienza di convalida. Il giudice Giuseppe Grotteria si è riservato.

Ieri pomeriggio il medico legale Salvatore Lorenzoni ha eseguito l’autopsia nell’istituto di patologia forense di Sassari e subito dopo la salma è stata restituita alla famiglia. Al momento nulla trapela sull’esito dell’esame anche se su un dettaglio ci sono pochi dubbi: il pizzaiolo ha colpito più volte la madre alla testa. Un raptus violento di fronte al quale la vittima non avrebbe mai potuto difendersi. Era inerme, impotente, mentre quel figlio che amava con tutta se stessa la aggrediva alle spalle e la uccideva.

La dinamica comunque sembra chiara e non dovrebbero esserci colpi di scena sul fronte delle indagini. I carabinieri hanno completato i rilievi e acquisito tutti gli elementi che serviranno a ricostruire con precisione quello che è successo in via Donadu 3 lunedì mattina. È stato sequestrato anche il tronco di legno intriso di sangue.

Oggi alle 17, nella parrocchia dell’Assunta a Nulvi, saranno celebrati i funerali.

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