La Nuova Sardegna

Uccide la madre a colpi di bastone

di Nadia Cossu
Uccide la madre a colpi di bastone

L’anziana trovata in un lago di sangue con la testa fracassata Il figlio Gianni Cadau si è costituito subito dopo in caserma

12 agosto 2014
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INVIATA A NULVI. Alle 10.45 ha bussato alla porta della caserma dei carabinieri di Nulvi: «Ho ucciso mia mamma, andate subito a casa». Aveva il viso stravolto, era sudato Gianni Cadau, lo sguardo perso nel vuoto. La pattuglia si è mossa immediatamente e quando i militari sono arrivati in via Donadu, al piano terra di una palazzina a due piani, hanno trovato la donna anziana a terra, con la testa fracassata e intorno un lago di sangue. Vicino al corpo agonizzante c’era un tronco di legno: era l’arma con cui quel figlio di 40 anni aveva appena ucciso sua madre di 83.

I soccorritori del 118 hanno provato a rianimarla ma le sue condizioni erano disperate e infatti Giovanna Serusi è morta quasi subito.

L’omicidio. Il rapporto tra i due non era conflittuale, il quarantenne non aveva motivo di odiare la madre. In passato c’era stata qualche piccola discussione, nulla di più. Eppure due giorni fa, appena rientrato a Nulvi dalla Corsica – dove lavora da due anni come pizzaiolo – non è voluto passare subito a salutarla e ha trascorso la notte tra domenica e lunedì da una sorella. Ieri mattina è salito sulla sua Vespa e verso le 10.30 ha raggiunto la casa di via Donadu, nella parte alta del paese, a pochi passi dal centro. Madre e figlio, stando almeno a una prima ricostruzione degli investigatori, non avrebbero neppure litigato. Il cervello dell’uomo all’improvviso è entrato in tilt, un corto circuito devastante che ha annebbiato i suoi sensi. Ha aspettato che la sorella uscisse di casa per andare a fare la spesa e ha raccolto da terra un tronco di legno con il quale ha colpito diverse volte alla testa la mamma, con violenza, come fosse accecato da un’inspiegabile rabbia. Finché lei non è caduta a terra, riversa sul pavimento della cucina rustica al pian terreno.

I problemi psichici. Giovanna è stata aggredita alle spalle da quel figlio che amava e che da tempo, però, le dava qualche preoccupazione di troppo. Non stava bene Gianni Cadau, soffriva di una patologia psichiatrica che curava con dei farmaci. Pare che però ultimamente non li assumesse con regolarità. I suoi umori erano altalenanti e anche in passato aveva dato qualche segno di squilibrio. Ma nessuno dei familiari – otto figli che vivono tutti a Nulvi – immaginava che Gianni potesse arrivare a tanto. Un fratello e una sorella urlavano, pieni di dolore, quando sono arrivati con la macchina davanti a casa della loro madre. Una sofferenza resa ancora più pesante e insopportabile dalla consapevolezza che ad averli privati dell’amore più caro era stato proprio un loro fratello.

Una famiglia stimata. Quattro maschi e quattro femmine, molto conosciuti in paese anche perché uno di loro – Mario – è assessore comunale all’Agricoltura e anche altri in passato sono stati impegnati in politica. Una famiglia molto benvoluta. Persone tranquille «e sempre disponibili». Ecco perché i compaesani ieri mattina erano sotto choc: «Sembra irreale quello che è successo – commentava qualcuno davanti alla casa di via Donadu – persone così tranquille, generose. E zia Giovanna, i suoi sorrisi...». La vittima e suo marito, originari di Fonni, si erano trasferiti a Nulvi quarant’anni fa. Si erano integrati da subito nel centro dell’Anglona e infatti avevano deciso di costruire qui la loro famiglia. Gianni, dopo alcuni anni trascorsi a lavorare come pizzaiolo in vari posti della Sardegna, tra cui anche la Costa Smeralda, nel 2012 era partito in Corsica. Due giorni fa, senza dare troppe spiegazioni al datore di lavoro, ha mollato tutto, ha preso la sua Vespa e si è imbarcato verso la Sardegna. Voleva tornare a casa.

Le indagini. I carabinieri del reparto investigazioni scientifiche, insieme ai colleghi della stazione di Nulvi e del comando provinciale di Sassari, coordinati dal maggiore Giuseppe Urpi, hanno fatto un sopralluogo nell’abitazione della vittima. A metà mattinata sono stati raggiunti dal magistrato di turno Mario Leo e dal medico legale Salvatore Lorenzoni che oggi eseguirà l’autopsia. Il magistrato ha poi interrogato in caserma Gianni Cadau, ma il pizzaiolo non era in sé, farneticava e non rispondeva con lucidità alle domande. Gli è stato affidato un legale d’ufficio, l’avvocato Antonella Pulina, che oggi probabilmente andrà a sentirlo in carcere, a Bancali, dove è stato accompagnato ieri sera alle 18.30.

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