La Nuova Sardegna

Tragedie familiari, sei delitti in cinque anni

Tragedie familiari, sei delitti in cinque anni

Genitori ammazzati tra le mura domestiche: ecco i casi nell’isola a partire dal 2009 fino ad oggi

12 agosto 2014
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SASSARI. Negli ultimi cinque anni, in Sardegna, non sono purtroppo così rari i casi di figli o figlie che uccidono i propri genitori. All’origine di queste tragedie c’è spesso un disturbo psichico che fa scattare il raptus nell’omicida.

Partendo dal caso più recente – escludendo quello di ieri a Nulvi – bisogna andare al 1 gennaio del 2014 quando a Bitti Franco Basile, 41 anni, disoccupato, viene ucciso dal figlio Pietro, diciannovenne, pastore, che gli spara un colpo di pistola dopo una lite in casa dei nonni. Il giovane si dà alla fuga a bordo di un Fiorino portandosi dietro la pistola. Dopo la separazione dei genitori, pare che il figlio avesse un rapporto molto teso con il padre.

A gennaio del 2012, Ivan Putzu, 33 anni, schizofrenico ed ex tossicodipendente, massacra a Mandas la madre Mara Carta, di 57 anni, dopo cena, colpendola più volte alla testa con una roncola. Poi esce di casa e quando rientra realizza quel che ha fatto e tenta il suicidio assumendo tutti i farmaci trovati a casa.

Il 21 marzo del 2010 Marirosa Contu, 55 anni, uccide a Gavoi la madre Angela Podda di 80 colpendola in testa con una bottiglia di vetro. La figlia confesserà il delitto – maturato in seguito a una discussione per questioni di eredità – alla polizia dopo quattro ore di interrogatorio e proprio mentre in paese si stanno celebrando i funerali dell’anziana madre. Di recente è stata condannata a sedici anni di reclusione per omicidio volontario.

Il 7 marzo dello stesso anno un pensionato 76enne di Oristano, Pinuccio Pinna, viene ucciso dal figlio Pierpaolo, di 43 anni, dopo una violenta lite scoppiata nel cortile di una casa in via Cagliari, all’uscita della città. Pierpaolo Pinna, che pare soffrisse di disturbi psichici, aveva colpito il padre – un carrozziere in pensione – a colpi di badile, fino a farlo cadere a terra senza vita.

Il 28 febbraio del 2009, a Sennori, Nino Cattari, 32 anni, aveva ammazzato sua madre Maria Catta, di 64, con cinquanta coltellate. I carabinieri l’avevano trovata a terra ricoperta di sangue, nel corridoio della casa a tre piani di via Proto Secchi, a due passi dalla chiesa di San Basilio. La donna era tornata a casa dopo aver fatto la spesa in un negozietto di alimentari, aveva aperto la porta e il figlio dopo una banale discussione aveva afferrato un coltello da cucina e attaccato la mamma alle spalle. L’aveva colpita diverse volte al collo e al torace con una ferocia inaudita. Poi aveva vagato per il paese prima di essere fermato dalle forze dell’ordine e arrestato. (na.co.)

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