La Nuova Sardegna

Rischio evasione fiscale, l’isola resta maglia nera

di Pier Giorgio Pinna
Rischio evasione fiscale, l’isola resta maglia nera

È una delle 5 regioni dov’è maggiore il divario tra consumi e redditi dichiarati Ma tra il 2007 e il 2012 la forbice si è allargata soprattutto nel Nord Italia

12 agosto 2014
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SASSARI. Lotta al sommerso, evasione fiscale, divario tra consumi e redditi ufficiali. L’ultimo dossier del Sole 24 Ore rilancia un dato di malcostume tutto italiano. Le spese delle famiglie superano di 160 miliardi l’imponibile dichiarato all’Agenzia delle entrate. E tra le regioni peggiori, quelle che sono chiamate dalle statistiche a indossare le maglie nere, la Sardegna viene indicata come una delle aree potenzialmente più esposte.

Ai raggi X. In altre parole - insieme a Sicilia, Calabria, Campania, Valle d’Aosta - l’isola è giudicata dagli analisti del quotidiano economico nella top ten negativa delle zone dove sarebbe più accentuata la percentuale di evasione tributaria. Al 16esimo posto tra 20 regioni nei 5 anni che vanno dal 2007 al 2012. Ma nel periodo esaminato la variazione percentuale è stata solo del +0,2%. Il giornale di proprietà della Confindustria cita poi uno dei tanti fatti scoperti dalle Fiamme gialle negli ultimi tempi e già riportati dalle cronache regionali. Il caso di un produttore di Tempio accusato di aver venduto bottiglie di vino per un valore di oltre 200mila euro completamente in nero: ossia senza far figurare in nessuno documento o bolla le operazioni commerciali e, quindi, senza i versamenti tributari dovuti.

L’inchiesta. Il lavoro del Sole 24 Ore, comunque, s’incentra soprattutto lungo una direttrice: quella tesa a evidenziare il gap tra i consumi finali di ogni famiglia sarda e il reddito complessivo pro capite formalmente denunciato. Meccanismo replicato per ogni regione italiana, ma che acquista per l’isola una valenza specifica. In particolare, perché si parla di un elemento di valutazione che, a parte la datazione non aggiornatissima, contrasta fortemente con altri indicatori di carattere sociale. Quali? Eccone qualcuno. Aumento costante della disoccupazione. Crescita progressiva dei licenziamenti e degli ammortizzatori sociali. Impennata verticale nelle difficoltà di trovare lavoro da parte delle nuove generazioni. Calo della produzione industriale, diminuzione del numero delle imprese. Cessazione di centinaia di attività commerciali.

Verifiche e riscontri. Ma proprio in un quadro del genere, come l’esperienza dimostra nella stessa Sardegna, si può moltiplicare il sommerso. Tra ritenute non versate, evasioni totali, lavoro nero, omesse fatturazioni, capitali esportati all’estero in maniera illecita ormai c’è soltanto l’imbarazzo della scelta. Perché in piena crisi c’è naturalmente chi si arricchisce, e non poco, sulla pelle degli altri

I risparmi. Anche da qui, appunto, il trend del divario reddito-consumi, segnalato per l’isola dal Sole 24 Ore con un lieve andamento verso l’alto. Una forbice che è invece andata allargandosi al Centro-Nord. E se una parte dei consumi è certo stata finanziata attraverso l’indebitamento, gli specialisti del quotidiano osservano che non si spiega se non con un massiccio tradimento dei doveri nei confronti del fisco un altro fenomeno: il processo per il quale nello stesso periodo considerato sono andate via via crescendo le somme depositate su conti correnti e libretti postali.

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