La Nuova Sardegna

Molosso inferocito Paura in porto: 2 feriti

di Gianni Bazzoni
Molosso inferocito Paura in porto: 2 feriti

Il Dogue de Bordeaux non ha esitato ad attaccare il suo padrone e il fratello Morsi agli arti e al torace, i due sassaresi sono stati ricoverati in ospedale

11 agosto 2014
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PORTO TORRES. Raul ha tre anni, è uno splendido esemplare di Dogue de Bordeaux, un cane che ieri sera doveva partire in vacanza con il suo padrone. In realtà avrebbe dovuto essere contento, invece era nervoso, stressato, forse anche spaventato e al porto di Porto Torres ha reagito in malo modo quando il proprietario ha provato a costringerlo con modi autoritari a rientrare in quello spazio angusto del bagagliaio dell’auto. Era senza museruola, ha aggredito l’uomo: morsi alle mani e alle braccia, al torace. Poi si è scagliato contro il fratello, intervenuto per placare la reazione dell’animale, e anche per lui le cose si sono messe malissimo: morsi e carni dilaniate, sangue ovunque.

È successo ieri sera, poco prima delle 19 a poca distanza dall’ingresso di sicurezza dove erano in corso le operazioni di imbarco sul traghetto «Snav Toscana» della Grandi Navi Veloci in partenza per Genova.

Sono stati momenti di paura, con un fuggi fuggi generale, persone che hanno inseguito il cane, altre che hanno cercato di colpirlo con calci e armati di bastoni. L’animale, sempre più spaventato si è rifugiato vicino all’auto del suo padrone che - nel frattempo - terrorizzato e coperto di sangue si è barricato dentro la Croma insieme agli altri familiari.

Roberto Canu, 39 anni, sassarese, e suo fratello Manuel, di 35, sono stati soccorsi dagli operatori del 118 e trasportati in ambulanza al «Santissima Annunziata» di Sassari. Hanno riportato lesioni importanti concentrate tra gli arti superiori e il torace, il secondo ha avuto anche la frattura del braccio destro. Al porto è scattata l’emergenza con l’intervento degli agenti del posto fisso di polizia - tra i primi ad arrivare nell’area dello scalo commerciale - i carabinieri, la Capitaneria, i vigili del fuoco, la polizia municipale e le guardie zoofile. È stato creato un cordone di sicurezza, con la preoccupazione che il cane - ormai terrorizzato - potesse attaccare nuovamente. L’ordine era quello di sparare se il potente molosso si fosse mosso, anche perché in quel momento la città era invasa da migliaia di persone - molti i turisti - arrivate per assistere alla sfilata dei carri del carnevale estivo. Grande confusione, quindi, con urla e agitazione, gente che correva da una parte all’altra dello scalo, altri che davano ordini e che avevano già sentenziato per l’abbattimento dell’animale.

La Lega nazionale per la difesa del cane - che ha una sede a Porto Torres - ha chiesto l’intervento del servizio veterinario dell’Asl di Sassari e suggerito l’arrivo del Servizio Taxi Dog, spesso provvidenziale in situazione così complicate e dove il rischio è esteso alla popolazione.

Raul è rimasto lì a terra, tra la Croma del suo padrone e un’altra auto. Sdraiato, con l’aria di chi ha la consapevolezza di averla combinata grossa stavolta. Non ha gradito crocchette nella ciotola rossa, neppure altri bocconcini. Chissà se pensava di fare la guardia o se ha immaginato che da un momento all’altro potesse capitargli qualcosa di grave. Poteva sentire uno sparo, poi un altro e la sua vita sarebbe finita nel modo peggiore. Proprio nel giorno della partenza per le vacanze, a poche decine di metri dal traghetto con i motori accesi che avrebbe dovuto portarlo fino a Genova. Chissà se ha visto le facce di chi l’ha inseguito a petto nudo, di chi voleva colpirlo. Chissà se avesse potuto parlare che cosa avrebbe raccontato.

In fondo un Dogue de Bordeaux è uno dei cani francesi più antichi, discendente degli alani, ha una storia affascinante ed è stato da sempre l’incubo dei cinghiali. In un libro sulla caccia sta scritto che «ha un morso più forte di tre levrieri».

Ieri sera, prima della cattura da parte dell’operatore del Taxi Dog sembrava - come si dice - un cane bastonato. Il muso poggiato a terra, le possenti zampe allungate. Come se aspettasse qualcuno. Non il suo padrone, che ha già detto che non lo vuole più vedere. Forse solo qualcuno che gli parlasse, che chiarisse che il combattimento involontario era chiuso, che si poteva andare in un’altra casa, che non ci sarebbe stata più nessuna vacanza e che la brutta serata era finita. Così, poco dopo, la paura è svanita. La situazione al porto è tornata alla normalità, le operazioni di imbarco sono state ultimate. La «Snav Toscana» è partita senza Raul e il suo padrone. Il cane è sotto esame, da come reagirà dipende il suo futuro.

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