La Nuova Sardegna

Prodotti sardi, il marchio di qualità è legge

Il provvedimento è stato approvato dal Consiglio a larga maggioranza: solo due astenuti

06 agosto 2014
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CAGLIARI. Il marchio unico di qualità per i prodotti sardi è legge. Insieme alla tutela delle biodiversità, il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità (47 sì, 2 astenuti) il Testo unico licenziato dalla commissione Attività produttive, presieduta da Luigi Lotto del Pd. La vera novità è proprio il marchio Sardegna, destinato a rendere riconoscibili i «prodotti tipici isolani» dell’agroalimentare. Potrà essere richiesto da tutti i produttori che si atterranno ai vari disciplinari e sarà concesso dalla Regione. Potrà essere etichettato anche per quei prodotti che non usano soltanto materie prime sarde, ed è quello che volevano le industrie agroalimentari preoccupate di essere escluse dal marketing del marchio. Se useranno ad esempio le mandorle di Sorrento per produrre il torrone sardo, avranno solo l’obbligo di indicare la provenienza della materia prima oltremare, l’importante – è questo il senso della legge – che rispettino il disciplinare di produzione. Però un sottomarchio in più è comunque previsto a favore delle aziende che utilizzeranno solo materie prime autoctone: loro potranno fregiarsi anche della dicitura «Prodotto in Sardegna». A parte questa differenza, la legge è stata salutata con entusiasmo dal presidente della commissione: «Ora l’importante è applicarla al meglio – ha detto Luigi Lotto – e se così sarà, l’agroalimentare isolana, già apprezzato per la sua alta qualità, avrà uno strumento, il marchio unico appunto, che speriamo sia decisivo per conquistare nuovi mercati». Anche la minoranza, con l’ex assessore all’agricoltura Oscar Cherchi e il vicecapoguppo di Forza Italia, Marco Tedde, è «soddisfatta del lavoro svolto prima in commissione e poi nel dibattito. Soprattutto sul ruolo di vigilanza, affidata all’assessorato, sui disciplinari di produzione per ogni singolo prodotto tipico». Anche i Riformatori, con Luigi Crisponi, hanno sostenuto che la legge quadro è un «ottimo passo avanti, ma dovrà essere sostenuta da un’incisiva operazione di marketing». Di svolta per le campagne, ha parlato il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu. Contrario alla legge e in modo netto, Modesto Fenu, gruppo Zona Franca, che a suo tempo era stato il promotore anche della proposta di legge d’iniziativa popolare “Mangia sardo, mangia sano”. Per lui proprio quella «volontà è stata tradita, perché ancora una volta ha vinto l’arroganza delle lobby dell’industria agroalimentare a discapito dell’economia rurale. Altro che vittoria, sarà un marchio patacca». (ua)

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